PUGLIA, BANDO AIUTI SETTORE LATTIERO CASEARIO: NO ALLA SOGLIA MINIMA DI ACCESSO AL CONTRIBUTO
La regione non penalizzi circa il 40% delle aziende zootecniche pugliesi. Si, circa il 40% delle aziende zootecniche pugliesi, a causa della soglia di 500 euro prevista dal bando della regione Puglia per l’ammissione ai contributi in favore degli allevatori, rischia di non poter essere risarcita dei danni causati dal lockdown imposto per il contenimento del COVID 19.
L’intero settore è stato duramente colpito dal lockdown, tutte le aziende hanno continuato a pagare i costi fissi di gestione e tutti i capi sono stati regolarmente nutriti e curati, a fronte di entrate fortemente ridotte a causa del minor prezzo del latte e del latte non conferito a causa della mancata raccolta da parte dei trasformatori.
La montagna corre il rischio di partorire il topolino; con la dotazione finanziaria di 1 milione di euro messa a disposizione dalla regione, a fronte di circa 70 mila capi adulti di bovine e bufaline, ogni azienda percepirebbe circa 14 euro a capo.
Inoltre, alcuni adempimenti burocratici legati alla sottoscrizione delle domande per le quali è obbligatorio il possesso della firma digitale metterebbero fuori causa tutti gli allevatori che non la possiedono. Gli uffici delle Camere di Commercio non sarebbero in grado di assecondare nel breve tempo le richieste di rilascio della firma digitale alla luce del periodo feriale e degli accessi agli uffici contingentati e su appuntamento per effetto della emergenza COVID-19.
Chiediamo che per le ragioni su esposte siano adottate procedure semplificate, quali il solo invio in formato pdf della domanda e dei relativi allegati, con allegata autocertificazione di atto di notorietà in cui si dichiara che i documenti sono conformi all’originale da inviare dalla posta certificata del richiedente.
Chiediamo inoltre che siano stanziate ulteriori somme che finanzia la LEGGE REGIONALE 15 maggio 2020, n. 13 di sostegno al settore lattiero caseario pugliese, approvata all’unanimità dal consiglio regionale in modo da garantire in tempi rapidi una boccata d’ossigeno agli operatori in crisi, e da sostenere concretamente un comparto portante dell’agroalimentare della nostra regione.