Commercio

Promozione dei rosé ruvesi e “Carta del Turista”: una sfida per Ruvo di Puglia

Migliorare la comunicazione, lo storytelling dei prodotti locali e rafforzare il senso di identità e l’orgoglio di appartenere a un territorio sono gli obiettivi che Ruvo di Puglia deve raggiungere affinché incarni perfettamente il suo essere Città D’Arte. Scrigno di bellezze storico-architettoniche e vivace punto di riferimento culturale, la città del Talos deve investire maggiormente nell’economia del turismo sostenibile che punti a un’a efficace valorizzazione delle eccellenze del luogo in tutti i settori, dall’agricoltura alla cultura.

Questo significa, appunto, dotarsi di figure professionali preparate, di una Carta del turista e di un sistema di servizi e infrastrutture efficienti. E significa, al contempo,  possedere l’audacia e la fiducia nello scommettere sui “tesori” che si possiedono.

E’ quanto è emerso nel corso del convegno “Il Rosato: una giovane scommessa”, in seno alla due giorni di “Rose & Rosati”, l’evento ruvese dedicato ai rosé e alla florovivaistica locale,  organizzato dalla Pro Loco Unpli di Ruvo di Puglia in collaborazione con ASCOM Confcommercio di Ruvo di Puglia e col patrocinio di Unpli, Regione Puglia e Comune di Ruvo di Puglia.

Relatori del convegno, purtroppo poco partecipato, svoltosi sabato scorso a Palazzo Caputi sono stati Rocco Lauciello, presidente Unpli Puglia e Pro Loco di Ruvo di Puglia; Antonio Mazzone, consigliere comunale di Sinistra Ruvese e presidente della Commissione Consiliare all’agricoltura; Luciana Di Bisceglie, vicepresidentessa di Ascom Confcommercio di Ruvo di Puglia e presidentessa  di Terziario Donna Confcommercio Ba-Bat; Sebastiano Marinelli, presidente della Cantina di Ruvo di Puglia; Francesco Mazzone, presidente dell’Azienda Agricola Mazzone; Oronzo Urso, enologo e sommelier; Antonio Riontino, miglior sommelier di Puglia e degustatore ufficiale AIS, e Giovanni Colonna, presidente di Confguide Brindisi e Taranto e console del Touring Club Italiano.

Dopo una breve introduzione di Rocco Lauciello tesa a illustrare – come avvenuto in conferenza stampa di presentazione dell’evento – intenti e auspici che convergono intorno a “Rose & Rosati”, da tempo progettato e ora attuato, Antonio Mazzone chiede a imprese e associazioni di categoria di farsi promotrici di idee e progetti da sottoporre all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, sempre attenta a promuovere lo sviluppo locale aderendo a progetti comunitari e regionali – si pensi al Distretto Biologico delle Lame – e, al contempo, creando connessioni con eventi culturali. «Scommettiamo sulla trasversalità – sottolinea – e  sulla rete e si tratta sempre di scommesse vincenti. Tra l’altro, piace molto l’idea di promuovere un’eccellenza locale come il rosato che non è più frutto di miscele, ma si propone come un prodotto innovativo, essendo creato dal vitigno Bombino Nero».

Luciana Di Bisceglie è d’accordo sulla necessità di fare rete tra amministrazione, stakeholders, associazioni di categoria, cittadini e, soprattutto, e sull’importanza di organizzare eventi trasversali che coinvolgano tutte le forze di una comunità ma porta all’attenzione di tutti alcune questioni: «Dobbiamo essere propositivi, giusto, ma noi ci attendiamo che anche dall’Amministrazione giungano azioni efficaci e concrete. Ruvo di Puglia è Città d’Arte, per le sue bellezze e la sua vocazione turistica, ma il turismo deve essere sostenuto dai servizi e i servizi sono forniti dalle imprese verso cui si deve andare incontro. A tale proposito ritengo che la questione dehors vada disciplinata con efficienza. Approfitto anche per sollecitare la produzione e la pubblicazione sia di un regolamento che disciplini il commercio sia di una “Carta del turista”. Inoltre, ritengo opportuno fare rete anche con le città a noi più vicine, per rafforzare le sinergie sul territorio».

Secondo  Oronzo Urso, la chiave per far sì che un territorio diventi un brand è la potenza dello storytelling, della capacità di narrare il prodotto dalle sue origini fino all’esperienza sensoriale vissuta dal turista. La narrazione è una competenza che deve essere sviluppata soprattutto nelle giovani generazioni da qualche tempo interessate alla terra, al food&beverage e all’hosting, visto l’aumento delle iscrizioni negli istituti agrari e alberghieri e, a livello superiore, alle facoltà di agraria, marketing e scienze del turismo. La Puglia è terra di matrimoni per la bellezza del paesaggio, la sua ricca storia  e il buon cibo: ma bisogna essere in grado di raccontare al turista l’essenza del cibo autoctono, le sue  connessioni col territorio e quale tipo di  esperienza sarà in grado di donare. Purtroppo non tutti gli operatori che gravitano attorno al mondo della promozione turistica e, quindi, anche al mondo dell’ospitalità e della gastronomia sono in grado di raccontare sapientemente i prodotti della propria terra, pur avendo grandi potenzialità ed è per questo che bisogna investire nella formazione. Nel caso specifico, uno dei prodotti pugliesi intorono a cui tessere racconti è il rosato, il cui primo imbottigliato risale al 1943 e uscì dalle cantine salentine di Leone De Castris.

Gli fa eco Antonio Riontino: i sommelier, gli enologi, gli imprenditori vitivinicoli e gli operatori del turismo in generale devono trasformarsi in ambasciatori delle eccellenze locali. Nel suo caso, egli ha “raccontato” il rosato di Puglia a Expo 2015 e, ovunque vada in qualità di sommelier, racconta ai buyer, ai clienti, ai turisti la Puglia attraverso la storia di ogni vino. Visto che Ruvo di Puglia si trova nell’area del Castel del Monte, Riontino suggerisce di istituire una giornata nazionale dedicata ai vini dell’area, capace di attrarre compratori e turisti provenienti da Italia ed estero. Tra l’altro è stato sottoscritto un protocollo di intesa per i vini rosati italiani  proprio tra il Consorzio di Tutela dei Vini Castel del Monte, il Consorzio di Tutela del vino Bardolino, il Consorzio Valtènesi, il Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo e il Consorzio di Tutela dei Vini Salice Salentino al fine di creare un Centro del Rosato Autoctono Italiano. Gli strumenti ci sono, quindi, ma occorre investire sulla formazione e sulla comunicazione.

Sebastiano Marinelli è d’accordo e proprio per questo lamenta nei ristoratori ruvesi la tendenza “esterofila” a proporre ai propri clienti una Carta dei vini di altre regioni. «Spesso, quando devo condurre a pranzi di lavoro buyer e clienti, devo informarmi sui ristoranti locali che propongono i nostri vini perché trovo vergognoso che in alcuni esercizi la Carta dei vini non contempli prodotti locali. Può essere letto anche come segnale di sfiducia e di non apprezzamento nelle potenzialità del territorio«. Indice accusatorio anche nei confronti della pessima viabilità rurale.«Un giorno dovevo accompagnare nei nostri vigneti un gruppo di turisti tedeschi interessati a visitarli. Strade dissestate, con buche. Vergognoso!». «Propongo all’Amministrazione – prosegue Marinelli – di prevedere una tassazione più bassa a favore dei ristoranti o altri esercizi commerciali che propongono le eccellenze locali». Poi, a proposito della vocazione territoriale a promuovere il rosato da Bombino Nero, Marinelli spiega come la Cantina di Ruvo di Puglia non abbia mai abbandonato il rosé, ma abbia optato, negli anni Ottanta, per la vendita dello sfuso. Ma ora l’azienda può contare eccellenze come l’Augustale e il Gryfus Dry, apprezzati da buyers e wine lovers in importanti manifestazioni enologiche nazionali e internazionali.

Francesco Mazzone traccia una piccola storia del rosato ruvese, nato dalle uve del Bombino nero grazie a un enotecnico francese a cui fu affidata la direzione tecnica dello stabilimento della Famiglia Rogadeo nelle Matine: una conferma dello stretto legame tra la città del Talos e il rosé.  Mazzone sottolinea, poi, come in Puglia, sotto l’amministrazione Vendola, fu indetto il primo Concorso Enologico Nazionale dei Vini Rosati d’Italia, che l’attuale dirigenza regionale non ha poi confermato, purtroppo. Mazzone punta sull’importanza di fare accoglienza, attraverso info point, anche all’interno delle aziende vitivinicole e suggerisce ad amministratori e Pro Loco di favorire la permanenza di turisti nel territorio ruvese sollecitando gli operatori  a creare pacchetti di viaggio strettamente legati a eventi locali.

Conclude Giovanni Colonna che suggerisce di creare occasioni di incontro territoriale, fiere, per promuovere le eccellenze enogastronomiche locali attraverso l’elaborazione di mappe del gusto che prevede per ogni piatto il giusto abbinamento di vino e olio. Quando dare vita a questi incontri? Nelle feste patronali, per esempio. A poco a poco, grazie alla sinergia di tutte le forze in campo,  si verrà a costruire un’identità territoriale, un brand, come è avvenuto per le Langhe, per esempio, dove un ettaro di vigneto può arrivare a costare fino a due milioni di euro ( a Ruvo di Puglia si va dai 25mila ai 40mila euro); dove il Barolo è viva parte dell’identità di ogni abitante che vive in quella regione e di questo si fa vanto e ne va orgoglioso. E questo deve avvenire anche in Puglia e a Ruvo di Puglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

In order to use this website we use the following technically required cookies
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi