Pinacoteca Comunale: proficuo dialogo tra Pasquale De Palo e Luca Mazzone per abbattere le barriere architettoniche!
Ammirare una tela di Domenico Cantatore o un quadro di van Westerhout, Marino e altre personalità dell’arte presso la Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea può essere arduo per chi è diversamente abile.
Lo ha sperimentato in prima persona il campionissimo Luca Mazzone che, per poter accedere all’interno del suddetto luogo culturale, ha dovuto confidare nell’aiuto dei suoi accompagnatori.
Di questa segnalazione si è fatto carico Michele Pellicani che, sulla sua bacheca di facebook, ha postato una riflessione per cercare di abbattere quanto prima le barriere architettoniche.
Sulla questione è intervenuto Pasquale De Palo, ex Assessore alla Cultura, e ne è nato uno scambio dialettico con Luca Mazzone assolutamente costruttivo e che merita di essere condiviso. Egli ha sottolineato la presenza in guardiola di un trattorino comprato e inutilizzato come anche l’opportunità di farsi accompagnare da altri soggetti.
Luca Mazzone ha risposto in prima persona a quanto affermato da De Palo, rispondendo che “il “trattorino” è inutilizzabile..e poi che vuol dire, superabili con accompagnatore?..tu quando vai in giro vuoi l’ accompagnatore?Il principio dell’eliminazione delle barriere architettoniche è quello di rendere il più possibile la vita sociale.. autonoma…senza trattorini e accompagnatori”. L’atleta terlizzese ha, inoltre, suggerito di installare le rampe amovibili dal momento che il trattorino non può, tra l’altro, sollevare le carrozzine con motore elettrico. Esse vengono utilizzate anche dinanzi a San Pietro e la discussione utile all’argomento si conclude con i ringraziamenti di De Palo alla riflessione sviluppata da Luca Mazzone: “Credo che solo chi vive l’esistenza delle barriere può aiutare a rilevare criticità. Spesso purtroppo, e faccio ammenda, a noi sono invisibili barriere e spesso anche i mezzi di superamento non dovendoci per necessità fare caso. Per questo il dialogo è più che prezioso”. Luca Mazzone ama questa città e per il bene dell’intera comunità si è fatto portatore di questa proposta: “si dialoga … per rendere più civile e godibile questo paese a tutti senza discriminazioni…questo lo si fa solo dialogando…cosa direbbe un turista del Nord Europa vedendo queste situazioni?”.
Il campione di handbike si è proposto come consulente in forma gratuita per risolvere la questione.
Quello delle barriere architettoniche è un problema delicato dal momento che si deve conciliare l’esigenza di mantenere inalterata l’estetica e la struttura di un edificio di interesse storico artistico, qual è l’ex Convento dei Domenicani, con il diritto di tutti a godere del patrimonio artistico di Ruvo, anche in ottemperanza alla “Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità” del 2006 per la quale non è sufficiente garantire solo diritti a tali persone ma bisogna fare in modo che effettivamente esse accedano e fruiscano di quello che è garantito da tali diritti.
Ma possono essere efficaci le rampe provvisorie?
Sulle “Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale” del MIBACT si legge che spesso, proprio per il timore di deturpare edifici di interesse storico-artistico, si sono trovate soluzioni posticce, manualistiche e scontate quali appunto le rampe provvisorie e installazioni di servoscala. O, cosa ancora più grave, non si è fatto nulla lasciando tutto inalterato, ossia non rimuovendo le barriere architettoniche.
Nelle “Linee guida” del Ministero dei Beni Culturali si evidenzia, poi, come sia possibile ottenere risultati esteticamente ineccepibili attraverso lavori integrativi, accostando, ad esempio, a una scala antica una rampa per disabili realizzata con materiale e in stile analogo a quello originario come è stato fatto per il complesso di San Benito a Valladolid in Spagna.
Ma il problema sollevato da qualcuno è che la Soprintendenza, al fine di preservare lo stato originario della Pinacoteca, non ammette che siano create rampe di accesso all’edificio.
Non sarebbe opportuno, invece, che solo in questo caso la Soprintendenza derogasse a tale divieto secondo criteri di ragionevolezza? In mancanza di valide soluzioni, potrebbe consentire la creazione di rampe permanenti, annesse alla scalinata principale, stante il vincolo di preservare l’armonia dell’intero edificio.
Le rampe amovibili sono utili solo in costanza di lavori di ristrutturazione ma non sono in grado di abbattere efficacemente una barriera architettonica.
In fondo un bene culturale è tanto più valorizzato quanto migliori sono le condizioni di comfort e sicurezza che consentono a tutti di godere dello stesso, senza discriminazioni. Ma perché questo avvenga si devono trovare idonee e durevoli nel tempo.
E le rampe amovibili non sono tali.