PREZZI STRACCIATI IN CAMPAGNA PER BROCCOLI FOGGIANI E CLEMENTINE TARANTINE. COLDIRETTI: “STOP SPECULAZIONI DI NATALE”
Nei campi e nelle stalle è speculazione al ribasso con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori per molti prodotti, dalla carne al latte fino a verdure e frutta, mentre crescono i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al 5,6% per la frutta fino all’8,8% per le verdure. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia che segnala il crollo dei prezzi dei prodotti nei campi, soprattutto di clementine e broccoli, con quotazioni di una manciata di centesimi.
“Inaccettabile il crollo dei prezzi fino a 5 centesimi in campagna per i broccoli, nonostante siano uno dei prodotti di punta e patrimonio in termini di qualità e valore della Capitanata. Gli stessi broccoli deprezzati in campagna arrivano sui banchi di vendita ai consumatori fino anche ad 1,50 al chilogrammo. Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta occorre assicurare l’approvvigionamento della popolazione con una equa distribuzione del valore lungo la filiera evitando rincari al consumo e ribassi ingiustificati alla produzione. In questo momento di difficoltà è fondamentale garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori”, afferma il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni.
Mentre si registra un’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari al consumo del +1,2% quelli pagati agli agricoltori e agli allevatori crollano. Casi emblematici sono quelli della frutta di stagione come le clementine che nelle campagne in provincia di Taranto – precisa Coldiretti Puglia – vengono pagati al ribasso ben al di sotto dei costi di produzione.
“Il primo lockdown ha tracciato la chiusura della campagna 2019/20, mentre la seconda ondata pandemica è ripartita proprio in piena campagna agrumicola 2020/2021 iniziata ad ottobre, caratterizzata da consumi al palo e prezzi bassi, con le clementine vendute in campagna a 30 centesimi al chilo, di cui 15 centesimi pagati per la raccolta. Il conto economico è drammatico”, denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto.
A pesare – spiega la Coldiretti regionale – sono anche le chiusura o le aperture parziali di ristoranti, bar, agriturismi che, moltiplicando le offerte, ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori. Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – alimenta distorsioni e speculazioni che sono particolarmente a rischio nel periodo di Natale in cui si registra il picco della domanda alimentare da parte delle famiglie italiane e si preannuncia la possibilità di un nuovo lockdown per la ristorazione.
Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve responsabilità con un “patto etico di filiera” per garantire una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio. Un obiettivo che va sostenuto con un serio intervento normativo del parlamento contro le pratiche commerciali sleali ad integrazione della Direttiva UE 2019/633.
Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia – precisa la Coldiretti – vanno a remunerare il prodotto agricolo per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.
Una ingiustizia profonda che va combattuta rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori, per cui Coldiretti chiede che vengano sanzionati e controllati comportamenti sleali serve individuare un organismo di controllo con competenze e mezzi adeguati, nell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentare (ICQRF) funzionale.