Presentato “Magari domani resto”. Si vota anche oggi
E’ stato presentato, ieri sera, dall’Associazione culturale “Calliope/Presidio del libro di Ruvo di Puglia, in una Sala Conferenze della Casa della Cultura ancora vibrante delle letture e dei giochi di Confabulare, “Magari domani resto” (Feltrinelli) di Lorenzo Marone, avvocato mai pentito di aver seguito la scrittura, impegnato in una brillante conversazione con la professoressa Anna Pellegrini.
Il libro è candidato, come “Libro dell’Anno”, al Premio Presidi del Libro “Alessandro Leogrande”, essendo stato scelto dai lettori a novembre scorso, attraverso i Presidi del Libro pugliesi, tra tutte le opere di autori italiani, pubblicate da settembre 2016 a settembre 2017, senza limiti di genere.
Da ieri sino a oggi è possibile votare per il Libro dell’Anno, compilando un’apposita scheda presso i cento seggi sparsi in tutta la Puglia: a Ruvo di Puglia sede del seggio è la Libreria l’Agorà – Bottega delle Nuvole in Corso Cavour, 46.
Il libro, Premio “Selezione Bancarella 2017”, parla di Luce Di Notte, dinamica e brillante avvocatessa napoletana dei Quartieri Spagnoli, combattiva, materna, piena di amore, ma con quel po’ di “arraggiatura” che proviene dal vivere con una madre bigotta, dall’amare un Peter Pan, da un lavoro insoddisfacente, dalla lontananza di un fratello emigrato al Nord e un padre fuggito di casa senza un motivo. In compenso, il suo cane Alleria a cui confida le sue pene e Don Vittorio, suo vicino di casa musicista e filosofo sulla sedia a rotelle. Ma un giorno le assegnano la causa di affidamento di un minore, Kevin o Kevín, bimbo saggio che le entra nel cuore, incontra un artista cittadino del mondo e raccoglie, per strada, una rondine. Da quel momento la sua vita assume un diverso significato, perché nel trattare la causa di affidamento di Kevìn, in quella piccola rondine e, nella cena che la madre le fa trovare ogni volta che ritorna tardi, Luce vede la semplice bellezza della felicità che si annida nelle piccole cose, nelle semplici attenzioni.
Di questo è convinta anche Anna Pellegrini che ha letto il romanzo «tutto d’un fiato», colpita dalla diversa angolazione da cui Napoli è ritratta: non solo Scampia, non solo camorra – anche se rimane vagamente sullo sfondo.
Si ritorna al cuore di Napoli, ai Quartieri Spagnoli, dove la vita non è sempre facile, dove è diffusa la microcriminalità, «ma a volte è sufficiente far comprendere a chi vive una vita difficile che ci sono spiragli. Quando ho fatto incontri letterari nel carcere di Secondigliano, un detenuto mi ha confidato che grazie a questi incontri con l’autore, leggendo libri, è riuscito a dare dei consigli alla propria figlia» confida Marone.
Un romanzo ricco di umanità, “molto femminile”, dove le abitudini non diventano meri riti, ma consentono anche di spiccare il volo.