PRC: “IL 15 MARZO NOI NON CI SAREMO”
Noi di Rifondazione Comunista non parteciperemo alla manifestazione del 15 marzo. Preferiamo non sventolare la bandiera di un’Unione Europea che ha scelto la strada della guerra e del riarmo. Bisogna scendere in piazza semmai per dire no al mostruoso piano di riarmo da 800 miliardi annunciato da Ursula von der Leyen e a qualsiasi invio di truppe in Ucraina che dovrebbero servire per scongiurare un presunto, immaginario e illogico attacco russo all’Europa.
Mentre il patto di stabilità impone tagli alla spesa pubblica, il piano di riarmo è la pietra tombale sul modello sociale europeo. I nostri soldi vanno spesi per la sanità, l’assistenza sociale, il lavoro, la cultura, la ricerca, l’ambiente, non per diventare un polo imperialista in guerra con altre potenze. Oggi la bandiera dell’Unione Europea non è simbolo di pace e nemmeno di diritti umani vista la complicità col genocidio a Gaza. Per quale Europa dovremmo manifestare? Per quella di Ursula von der Leyen, Kaja Kallas, Mario Draghi e dei governi che hanno seguito Joe Biden sulla strada della guerra “fino alla vittoria” e oggi ubbidiscono a Trump aumentando la spesa militare? Per quella che vuole proseguire il conflitto in Ucraina e che è stata complice del genocidio a Gaza?
Non possiamo accettare un’Europa che alza il budget militare cancellando le vere conquiste europee: il primato dell’ambiente, la centralità della sanità, il finanziamento per cultura e scuola, il welfare che difende i più deboli. Tutto questo sarà compromesso, se non cancellato definitivamente, dal programma di riarmo. Già oggi l’UE e il Regno Unito spendono in armi tre volte in più della Russia. Ancora più grave è la direzione politica assunta dal parlamento europeo, che a maggioranza ha votato per colpire la Russia in profondità; un’escalation pericolosa che allontana ogni prospettiva di negoziato e moltiplica i rischi di un conflitto diretto e incontrollabile.
Per questo diserteremo la piazza di Michele Serra; sarebbe più opportuno ritrovarsi in piazza con le bandiere della pace per un’altra Europa che non faccia la guerra, ma che sia un attore diplomatico nello scenario internazionale.
Ci auguriamo che l’Amministrazione comunale, che recentemente ha aderito alla campagna di Emergency “R1pud1A” esponendo sulla facciata del comune uno striscione che richiama l’art.11 della nostra Costituzione, prenda coscienza e non partecipi alla manifestazione di Roma perché, in caso contrario, si tratterebbe di una palese ed imbarazzante contraddizione.