PRC: “CRISI IDRICA, SI RIUTILIZZINO LE VASCHE PER ACQUE REFLUE IN ABBANDONO DEL PANTANO”
Nota PRC Ruvo.
I campi e le coltivazioni di tutta la Puglia sono assetati quest’anno già da aprile, con le colture di stagione arse da un’estate arrivata con due mesi di anticipo e la completa scomparsa dell’inverno che ha registrato un apporto pluviometrico di gran lunga sotto la media. La scarsità di riserve idriche utilizzabili dall’agricoltura e le lacune di un sistema irriguo che sconta ritardi decennali sia per quanto riguarda la necessità di nuove infrastrutture sia per la dipendenza da altri regioni rappresenta il rischio più grande per il presente e per l’immediato futuro del comparto agricolo locale. Il massiccio potenziamento delle infrastrutture per il riuso delle acque reflue, unitamente alla manutenzione degli impianti idrici ed irrigui esistenti, avrebbero dovuto essere da tempo i primi interventi da mettere in campo in tutta la regione, anche nel territorio di Ruvo.
Correva il mese di luglio 2016 quando l’attuale amministrazione parlò di riutilizzo di acque reflue e nel gennaio del 2021 di potenziamento della fogna bianca, con i relativi sistemi di raccolta, trattamento, smaltimento o riutilizzo delle acque.
Furono, infatti, a cavallo della ultima competizione elettorale, affidati i lavori per il potenziamento degli invasi ridotti a ruderi dopo aver speso milioni di euro durante le amministrazioni precedenti. Erano state trovate risorse per recuperare le acque meteoriche e riutilizzarle in agricoltura.
Ad oggi l’invaso del Pantano, un investimento da 3 mln (a valori correnti) è ancora lì in rovina perpetua con solo qualche cancello e una recinzione neppure a norma per la sicurezza, tombini divelti, quadri elettrici scardinati, pompe inutilizzate, condutture intasate da rami e terriccio e piscine aride, con al più dell’acqua piovana. Erba, in quantità, che diventerà secca a breve pronta a prendere fuoco per distruggere il patrimonio pubblico. Nel contempo un pioppo ed un eucalipto si sono impossessati del piazzale antistante.
In merito proprio al Pantano, Rosa Camerino qualche giorno fa ha avanzato la proposta di ricostituire una zona umida lì dove fino ad un secolo fa era presente uno stagno. Crediamo sia inopportuno ricostituire un’area insalubre a due passi dalla città, che sarebbe ripopolata sì da fenicotteri ma anche da zanzare, non proprio il massimo in tempo di diffusione di nuovi virus. Bensì renderemmo funzionale un’opera pubblica costata molto, per puntare sul riutilizzo delle acque meteoriche.
In campagna elettorale e a proposito di agricoltura locale avevamo portato avanti, nel programma, la volontà di ripristinare il funzionamento delle vasche comunali di contenimento dell’acqua piovana, acqua che potrebbe avere svariati usi in agricoltura.
Nel contempo si usano i pozzi artesiani, con relativo maggiore dispendio di risorse economiche per i poveri agricoltori che poi si ripercuotono in un aumento dei prezzi di vendita dei prodotti finiti.
Sollecitiamo dunque un intervento decisivo dell’amministrazione comunale, anche presso la Regione, affinché questa preziosa risorsa per la nostra agricoltura, in tempi di grave crisi idrica, e per la sicurezza idro-geologica dell’abitato, finalmente diventi funzionale.