POLICLINICO, LA MORTE PER LEGIONELLA SI SAREBBE POTUTA PREVENIRE
La contaminazione da legionella si sarebbe potuta prevenire e i decessi dei pazienti ricoverati nei padiglioni infetti, Chini e Asclepios, del Policlinico di Bari si sarebbero potuti evitare. Ne è convinta la Procura di Bari che ha impugnato in Cassazione l’annullamento delle interdizioni per il dg Giovanni Migliore e altri due dirigenti, anche sulla base di ulteriore documentazione acquisita dai carabinieri del Nas.
In particolare, da alcune note del commissario straordinario del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli, nominato dopo l’interdizione del dg Migliore, emerge che da dicembre 2020 a fine febbraio 2021, sono state “disposte e attuate le misure a breve termine” di manutenzione degli impianti idrici per prevenire contaminazioni ed “effettuate e concluse tutte le necessarie azioni di bonifica dei terminali risultati positivi per legionella”. Dopo questi interventi sono stati effettuati circa 150 campionamenti che “hanno dimostrato che l’attività di bonifica ha messo in sicurezza e consentito di eliminare la carica batterica”, rilevando “in larga parte negatività a legionella e in meno del 15% dei campioni positività” con conseguente “immediata attivazione di ulteriori misure di bonifica”.
Dalla documentazione emerge anche che è stata “avviata la completa mappatura della rete idrica” dei due padiglioni Chini e Asclepios, finalizzata a “redigere il piano aziendale della sicurezza delle acque”, che sarà elaborato in collaborazione con l’Iss, e “tutti gli interventi necessari a porre in via definitiva le strutture interessate in sicurezza”.