PILLOLE RUVESI n.31: ETTORE CARAFA E L’INCHINO DEL SUO CAVALLO
Festività di questi giorni è quella del Corpus Domini. Per conoscere cosa accadde durante la celebrazione del 1679, riportiamo quanto scrive RuvoSegreta:
“Pur nello stato di miseria, dalla quale la popolazione di Ruvo non riusciva a riaversi, la fede verso l’Onnipotente la sorreggeva. Correva l’anno 1679 e la cittadinanza, nella ricorrenza del Corpus Domini, con profonda devozione seguiva la processione del Santissimo Sacramento.
Verso l’ora canonica, cioè poco prima del Mezzogiorno, il corteo stava per raggiungere la piazza del Castello.
In quel momento sopraggiunse, cavalcando, il conte Ettore Carafa che, col suo seguito, tornava da una partita di caccia effettuata nella di lui tenuta Parco del Conte. Con fare da gradasso, il signorotto tirando dritto al suo castello, disordinata la processione. Il popolo prese a tumultuare contro il Conte per la gravissima offesa da lui ha recata al Santissimo Sacramento.
Ma, ritenendo il Carafa di farla franca, aizzó la sua cavalcatura che, dopo essersi inpennata, si prostró.
Le speronate del baldanzoso feudatario, non valsero a smuovere da quella posizione il cavallo che con una inattesa sgroppata, disarcionó il temerario Cavaliere.
Fu allora che il conte Ettore Carafa, attorniato dalla folla sempre più clamorosa eccitata, preso da pentimento per il suo inconsulto gesto, promise, in segno di riparazione, di festeggiare in grande solennità e tutto sue spese la stessa festività all’ottavo giorno assicurando tutti che egli stesso, per pubblica penitenza, avrebbe retto l’ombrello del Santissimo il che, puntualmente e con grande sfarzo, si effettuò. Da quel lontano 1679, ogni anno la festività dell’ottava del Corpus Domini si rinnova puntualmente con partecipazione e solennità”.
(Fonte: Ruvo Segreta)