PILLOLE RUVESI n.27: CHIESA DEI SANTI MEDICI E DI SAN LUCA
Oggi, la settimanale pillola culturale ruvese ce la prescrive chi ne è più esperto, nonché il ruvese Simone Salvatorelli. Quello che segue è un testo curato da lui.
“La Chiesa oggi è intitolata ai Santi Medici e di Santa Maria di S. Luca, sulla sua edificazione non ci sono dati certi, con molta probabilità risale alla fine dell’XI sec. La chiesa fu fatta realizzare da un esponente della famiglia di origine spagnola dei Mazzacane. Non si conosce il nome del fondatore: egli plausibilmente di rientro dalla Crociata, sostò per Ruvo.
L’edificio sacro sorse esattamente nel cuore della città, il titolo probabilmente attribuito sin dalla sua consacrazione è stato quello di Santa Maria di S. Luca; l’iscrizione più antica ritrovata al suo interno risale al 1293.
Nonostante le scarne o inesistenti informazioni, su una cosa si è certi: la chiesa è stata di proprietà della famiglia Mazzacane. Un primo documento datato al 1626, nella fattispecie un testamento a nome di Laura Mazzacane, riporta la volontà di quest’ultima di essere sepolta nel sepolcro di famiglia all’interno della chiesa detta di Santa Maria di S. Luca. Da altre fonti non fruibili, si apprende che il fondatore della Cappella del Crocifisso, posto all’interno della Chiesa, risulta essere Baldassare Mazzacane. Tutt’oggi si può osservare sul transetto di sinistra, in basso, lo stemma dei Mazzacane unitamente a quello dei Caputi. L’araldica in argomento probabilmente, in origine, faceva parte di una lapide commemorativa posta all’interno della stessa chiesa.
Nel 1644 viene eretto, immediatamente nel primo altare entrando a sinistra, un monumento funebre dedicato all’ecclesiastico Fabrizio Caputi. Egli aveva acquisito il diritto di porre il suo mausoleo all’interno della chiesa grazie ad un lascito testamentale a beneficio della famiglia Mazzacane; i proventi donati dal Caputi permisero l’ampliamento dell’edificio. Sullo stesso monumento funebre di Fabrizio Caputi è presente lo stemma dei Mazzacane riportato insieme a quello dell’ecclesiastico.
Dopo la morte di Elisabetta Mazzacane, figlia di Tiberio, la chiesa diventa di proprietà della famiglia Testini. Il marito di Elisabetta Mazzacane, Francesco Antonio Mondelli, la figlia di questi ultimi Porzia e il marito di lei (il notaio Francesco Antonio Testini), fanno realizzare un monumento funebre in onore di Elisabetta, che di fatto rappresenta l’ultima erede della famiglia Mazzacane.
Il primo settembre 1721 la famiglia Testini, concesse il beneficio alla Confraternita di S. Ignazio sotto il titolo della Purificazione della Vergine proveniente dalla chiesa di S. Carlo, con atto notarile del notaio Giuseppe Simia, di officiare nella chiesa di Santa Maria di S. Luca. La Confraternita fu autorizzata a poter realizzare un conditorio (sepolcreto) e un altare dedicato al dipinto della Presentazione di Gesù al Tempio e della Purificazione di Maria SS.ma titolare della Congrega. La famiglia Testini concesse alla Confraternita anche la facoltà di procedere ai lavori di restauro, riservandosi per sé i diritti di nominare il Rettore del beneficio e dei beni annessi.
Nel 1810 la chiesa viene abbandonata dalla Confraternita della Purificazione per trasferirsi nella Chiesa di San Domenico. Durante lo stato d’abbandono permasto per circa un secolo, la chiesa ha perso oltre agli arredi originari anche i pochi documenti esistenti. I soli dati a noi giunti sono ricavati dalle lapidi ancora esistenti e da alcuni documenti redatti da Salvatore Fenicia e da atti notarili.
Negli anni 20 del ‘900, in considerazione delle precarie condizioni statiche del fabbricato, ridotto quasi ad un rudere, la famiglia Testini non lo imputò nella propria massa patrimoniale e pertanto non fu inserito nella suddivisione dei beni fra gli eredi della stessa famiglia. Inoltre si rileva che l’immobile non risulta iscritto nei registri catastali e quindi improduttivo di utili.
Giungiamo al 1947, quando per interessamento del Comitato Feste dei Santi Medici, istituito nel 1945, come si evince dal racconto innanzi menzionato, la chiesa di Santa Maria di S. Luca, riacquista una nuova speranza di sopravvivenza, in quanto si prospetta in essa una rinnovata destinazione d’uso, quella del culto dei Fratelli Martiri Cosma e Damiano. Il 26 ottobre 1948 con atto notarile rogato dal Notar Luigi Martino e registrato a Terlizzi il 15 novembre dello stesso anno al nr. 398, una parte degli eredi della famiglia Testini cede una considerevole porzione dei diritti dell’immobile al Capitolo Cattedrale. Il 17 maggio 1950 con atto notarile rogato dal Notar Graziano Martino, alla presenza dell’avvocato Sabino Cantarone, la Sig.ra Piarulli Maria di Cataldo in qualità di madre e legale dei figli Quinto Nicola e di Quinto Cataldo cede tutti i diritti, ragioni ed azioni, spettanti ai cedenti, corrispondenti ai due ventiquattresimi (2/24), dell’immobile adibito a chiesa, al Comitato feste popolari dei SS. Medici. Nello stesso atto si precisa che i fratelli Quinto sono diretti discendenti della famiglia Testini, e pertanto anch’essi eredi del patrimonio famigliare.
Nella stessa sede sono presenti l’Arcidiacono Don Rocco Gramegna (Capo del Capitolo Cattedrale) e ai Signori La Fortuna Luigi, Salvatorelli Simone e Gattulli Antonio (questi ultimi tre componenti del Comitato per le feste popolari dei Santi Medici). La somma pattuita per tale operazione fu attestata per lire 30.000. Nello stesso atto si evince che lo stesso Comitato cede tutti i diritti appena acquisiti a titolo di donazione a favore del Capitolo Cattedrale. Il Capitolo si ripromette con onere ed obbligo così come era stato già concordato nell’atto notarile del 1948 di far celebrare sei messe annue in memoria dei componenti della famiglia Testini.
Come già detto, il 28 settembre 1952, alle ore 13.30, con l’ingresso dei simulacri dei Santi Medici al proprio interno la Chiesa fu ribattezzata, benedetta come “ Chiesa dei Santi Medici e di S. Luca”.