PILLOLE RUVESI n.23: CHIESA DI SAN GIACOMO APOSTOLO “VECCHIA”
Conosciuta come San Giacomo “vecchia” o come San Giacomo “al corso”, la chiesa è eretta nei pressi della Porta del Buccettolo, una delle quattro porte che delinea il perimetro del centro storico ruvese. Prima dell’edificazione della chiesa così come la vediamo oggi, ce n’era un’altra dedicata all’Apostolo che apparteneva ad una commenda Gerosolimitana (branca di un antico rodine religioso). Questa però, crollò nel 1762 a causa della negligenza dell’episcopato locale: in una relazione del 1753, infatti, il vescovo De Turris riferisce che “il Commendatore dell’Ordine non ha fatto riparare la chiesa che minaccia di crollare”.
Successivamente al crollo, fu edificata la nuova chiesa su progetto dell’ingegnere Comes di Bitonto. Sappiamo la data di consacrazione grazie a un’epigrafe rinvenuta dietro l’altare maggiore: era il 24 ottobre del 1869, l’anno del giubileo. A consacrarla all’Immacolata e S.Giacomo Apostolo fu il vescovo Materozzi che concesse quaranta giorni di indulgenza ai fedeli che l’avessero visitata nel giorno dell’anniversario.
Se l’esterno, artisticamente parlando, è di stampo neoclassico, quasi a ricordare un tempio greco, l’interno è accogliente e decorato con numerosi affreschi. La maggior parte sono opera del pittore Mario Prayer, tra cui una tela di San Giacomo del 1938; sul catino absidale si trova l’affresco del Cristo Redentore, sul cui sfondo si staglia la sagoma della nostra Cattedrale. Nel transetto, sempre di Prayer, sono raffigurate due scene riguardanti l’istituzione della festa dell’Ottavario da parte del conte Carafa. Nella volta a botte, invece, Prayer ha affrescato san Giacomo e l’Assunzione di Maria. È inoltre conservata una statua di San Francesco d’Assisi del 1888, ad opera del cartapestaio leccese De Pascalis.
Sulla porta d’ingresso, tutt’oggi c’è il grande stemma episcopale posto dal vescovo Materozzi.