PILLOLE RUVESI n.19: CHIESA DEL SS.REDENTORE
Incastonata tra le mura del Castello Melodia e altre costruzioni ottocentesche, la chiesa del Redentore è tra i punti di riferimento del centro cittadino.
Era il 1866 quando il vescovo Bruno, spinto dalla festività del Corpus Domini, promise di erigere una chiesa in onore di Gesù Redentore. In realtà, questa promessa non fu mantenuta o almeno non lo fu fino all’inizio del XX secolo. In una lettera del 1901 del vescovo Berardi, infatti, si legge che quest’ultimo gettò la prima pietra il 1 aprile del 1900. Così, su progetto di Egidio Boccuzzi, fu costruita la chiesa.
Il luogo dove sorge non era altro che un androne del castello Melodia, detto “lamione” o “stallone”, la cui proprietaria era la principessa di Moliterno e Tricase, Antonietta Melodia. Il 1 dicembre del 1900 il vescovo Berardi col notaio Vincenzo Cervone acquistò al prezzo di 6500 lire l’androne, firmando l’atto di compravendita nell’ex convento dei Cappuccini. La cittadinanza contribuì all’acquisto e non indifferente fu la somma devoluta dall’allora don Giuseppe Pellegrini.
Anche se non ultimata, la chiesa venne aperta al culto il 10 agosto 1902. Negli anni successivi vennero definiti il fonte battesimale, l’abside, la sagrestia nel 1913, e le cappelle all’interno. Fu, poi, definitivamente consacrata nel dicembre del 1950 dal vescovo Marena, anno in cui fu anche riconosciuta civilmente (avvenne nuovamente nel 1986 col vescovo Don Tonino Bello). Infine, nel 1953 fu completata la facciata con il campanile e la statua del Cristo Redentore, alta ben 2,50 metri e pesante circa 15 quintali.
L’interno è stato oggetto di revisioni a partire dal catino absidale totalmente rivoluzionato tra il 1995 e il 1996 con un grande mosaico rappresentante la Chiesa in cammino verso il Redentore. Il prima e il dopo nella galleria qui sotto.
(Fonte foto: “Ruvo Sacra” di Mons. Vincenzo Pellegrini, 1994)