Cultura

PILLOLE RUVESI n.10: CHIESA DELL’ANNUNZIATA

Ritorna, dopo le feste natalizie, l’ala storico-artistica della rubrica Pillole Ruvesi. Siamo giunti al decimo appuntamento che dedichiamo a una delle chiese più antiche della nostra città: la Chiesa dell’Annunziata. La maggior parte delle fonti riporta la sua costruzione all’anno 1377 ed è certo perché lo testimonia la lapide gotica presente sulla facciata destra di via S.Caterina dove, tra l’altro, vi è l’antico ingresso della chiesa, oggi murato. Il fatto che riporti lo stesso nome della chiesa di Calentano ha fatto pensare che, probabilmente, la chiesa sia stata edificata proprio per il volere degli abitanti di Calentano che fuggivano da lì in seguito agli attacchi di Roberto Sanseverino, condottiero del tempo. Inoltre, la lapide gotica riporta addirittura coloro che furono gli edificatori della chiesa e cioè i maestri Giobbe da Giovinazzo e Andrea da Ruvo.

Nel complesso, l’Annunziata è una chiesa molto semplice esteticamente parlando rispetto ad altre ruvesi. Dalla facciata a capanna all’interno ad unica navata, si presenta scarna di decorazioni se non fosse per la grande tela posta sopra all’altare rappresentante proprio l’Annunciazione ad opera di un pittore anonimo pugliese del 1600. Tuttavia, sono state molte le ristrutturazioni apportate all’intero edificio. Il primo di cui si ha riferimento è inciso in una seconda iscrizione posta sulla controfacciata e ci riporta all’anno 1758. Fu in questa occasione che venne costruito l’attuale ingresso, decorato con motivi floreali e con un’inscrizione sulla architrave: “AVE GRATIA PLENA – AD 1758”. In seguito ad altre ristrutturazioni poi, sono emersi reperti che riportano alla Ruvo romana come un alluce in bronzo e la lapide di Giordano III che oggi leggiamo ai piedi della Torre dell’orologio. Questo indica che la chiesa è stata costruita là dove sorgeva il foro ruvese, cioè dove convergevano le principali vie dell’antica città ruvese in epoca romana. Nei secoli successivi, la chiesa passò sotto il patronato dei nobili Mondelli e, nel ‘900, sotto la giurisdizione della Chiesa del Redentore. Il campanile, detto “a vela”, invece, risale agli anni ’50 mentre altre ristrutturazioni intorno al 1970. Certo è che la chiesa dell’Annunziata non manca di aver subito una serie di abbandoni già a partire dagli anni ’80 quando poi, Don Tonino Bello la rese sede dell’archivio diocesano. Attualmente sconsacrata, la chiesa apre solo in occasione di mostre e incontri di vario genere.

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