Cultura

PILLOLE RUVESI n.1: la Concattedrale di Santa Maria Assunta

Sarebbe stato incoerente introdurre questa nuova rubrica storico-culturale senza dedicare la prima puntata a colei che rappresenta Ruvo di Puglia nel mondo: la Cattedrale. Parlare di lei ci obbliga a fare un salto indietro nel tempo di più di otto o novecento anni fa perché, stando alle fonti, la costruzione risalirebbe al passaggio tra il 1100 e il 1200, effettuata sopra un vecchio edificio di culto, l’ipogeo, che sarà argomento delle prossime pillole. A costruirla, sicuramente, sono stati i contemporanei del tempo tra cui anche i Saraceni e lo dimostrano alcune decorazioni arabeggianti sui capitelli delle colonne visibili all’interno. Lo stile, come tutti sanno, è il romanico, lo stesso che caratterizza la Cattedrale di Trani, di Bari e la basilica di San Nicola, e in aggiunta qualche riferimento al gotico svevo.

Procediamo adesso con la visione della Cattedrale di Ruvo da più prospettive:

  • Dall’alto, l’edificio è a forma di croce latina, cioè l’area delle tre navate è più lunga del transetto; nel punto in cui si incrociano si trova il ciborio.
  • La facciata è detta a capanna, addobbata di 3 portali d’ingresso di cui quello centrale è decorato di 4 archi con bassorilievi a motivi floreali e animali, tipici dei bizantini. Su un arco in particolare sono rappresentati i 12 apostoli, gli angeli e la Madonna ai lati della figura centrale di Cristo. A sorreggere questi sono i leoni, grifi e i telamoni; alcuni di questi elementi si pensa che siano stati recuperati da quello che oggi è l’ipogeo. Proprio sopra il portone centrale troviamo, oltre allo stemma della diocesi, un piccolo rosone, e salendo una bifora con il bassorilievo di San Michele Arcangelo per giungere, poi, al maestoso rosone, elemento tipico di età federiciana che, al solstizio d’estate regala uno spettacolo luminoso nella chiesa; solo nel 1597 fu abbellito con lastre in piombo traforato a decorazione rinascimentale. Al di sopra del rosone trionfa la figura del “sedente”: non si sa di preciso chi sia; forse Cristo o forse colui che commissionò la Cattedrale cioè, probabilmente, Roberto II di Bassavilla, signore di Ruvo e conte di Conversano e Loretello (provincia di Ancona). Infine, al vertice della facciata sventola la bandiera segna vento tenuta da Cristo redentore.
  • L’interno si presenta molto luminoso per via dei giochi di luce provenienti dal rosone e da una serie di bifore. Le tre navate sono distinte da colonne i quali capitelli presentano decorazioni con stili diversi. Sulle pareti laterali troviamo poggiate delle laste tombali sulle quali sono scolpiti i corpi dei vescovi ai quali appartenevano e che, probabilmente, sono stati sepolti nella chiesa stessa. Procedendo, trionfa maestoso il ciborio, illuminato dalle bifore dei tre absidi retrostanti. Tra l’altro il ciborio, cioè la struttura che sovrasta l’altare, fu realizzato dall’architetto Ettore Bernich solo nel 1800 su modello di quello della basilica di San Nicola di Bari, dopo che, nel ‘5/’600, la Controriforma obbligò l’aggiunta delle cappelle laterali con motivi barocchi. Impossibile non aver mai notato dei resti di affreschi su alcune colonne; si tratta di opere di età bizantina come quella che raffigura la madonna con il Bambino e san Sebastiano; importante anche la tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna di Costantinopoli e, nell’abside di sinistra, il simulacro di S. Biagio, portato in processione la sera del 3 febbraio.
  • Il retro delle Cattedrale è costituito dal Campanile, costruito nell’anno 1000 con funzione difensiva; solo nel 1700 fu completata di altri due piani per un totale di 36,85 metri, a sostegno del peso delle tre campane pari a 18 quintali. Procedendo dal campanile verso destra, notiamo 3 bombature che sono i tre absidi posti alle spalle dell’altare, e l’episcopio che pare essere stato, appunto, palazzo vescovile della diocesi di Ruvo sino al 1986.

Nel 1900 iniziarono i lavori al fine di rimuovere le aggiunte barocche e far riemergere lo stato originario della chiesa: furono abbattute tutte le cappelle in entrambi i lati dell’edificio. Durante quegli stessi lavori fu definito meglio il sagrato dal momento in cui, cumuli di macerie per via di terremoti e distruzioni belliche della città, avevano alzato il manto stradale creando, così, un forte dislivello tra il pavimento della chiesa e la strada. Grazie a questa importante modifica venne fuori il pavimento originario della Chiesa e i telamoni che, come già detto, sorreggono le decorazioni della porta centrale.    Curiosità: sul lato esterno che sia affaccia su via Zuppetta vi è una meridiana, cioè un orologio solare in cui è l’ombra dei solchi a svelare l’orario. Vedi allegati della Cattedrale prima del sagrato attuale, del retro dell’edificio durante la Prima Guerra mondiale  e della meridiana.

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