"Piazza della discordia": intervista a Vittorio Sgarbi
Una città che si è divisa a metà, esattamente come Sgarbi idealmente suddivide la nostra Ruvo, ovvero tra un centro storico tra i più belli d’Italia e la periferia, tra le più brutte del mondo.
Le reazioni dei ruvesi al servizio trasmesso da “Striscia la Notizia” sono opposte tra loro: tra chi è soddisfatto di aver difeso fino all’ultimo “Piazza Matteotti” e chi, invece, ritiene che questo intervento del tg satirico di Antonio Ricci leda all’immagine della città.
L’intervento fa vivisezionato in tre parti: la prima, nella quale Sgarbi fa un elogio pubblico alla nostra città di cui è realmente innamorato, sottolineando la bellezza del museo archeologico Jatta, il suo commento all’intervento di riqualificazione di Piazza Matteotti e poi l’attenzione posta su alcuni particolari che se curati, davvero potrebbero migliorare la qualità della nostra Ruvo.
E’ mancato il contradditorio in questo intervento di “Striscia” e c’è da sottolineare che mentre nel servizio il giudizio di Sgarbi è una sentenza per l’amministrazione, nella nostra intervista il critico d’arte è molto più riflessivo e dà alla Sovrintendenza la responsabilità di questo progetto. Non è da escludere che sindaco e progettisti chiamino “Striscia” per far valere il legittimo diritto di replica.
“Ci sono delle legittimazioni in questo progetto. Avere un sito archeologico e poi fare una piazza anonima, è un segnale di inconsapevolezza della meraviglia del Museo Jatta. Un luogo che non ha paragoni in Italia. Non c’è stata la pazienza di cercare qualcosa che si adeguasse al contesto. Il sindaco ha ritenuto di aver fatto la cosa giusta dopo aver ottenuto il placet dalla Sovrintendenza. L’errore sta nell’aver fatto una piazza moderna. Non si ha avuto la pazienza o la prudenza nel pensare di realizzare qualcosa che sembrasse che fosse lì da tempo, cercando di non farsi vedere. Questo è l’errore principale!”.
Su una cosa sono tutti d’accordo: è troppo tardi per fare qualsiasi azione, nel senso che lo stesso Sgarbi, ai nostri microfoni, ha ammesso che il Ministero delle Belle Arti sarebbe potuto intervenire, se fosse stato interpellato anzitempo: “Sarebbe bastato chiamare il Ministero che è un organo di vigilanza che non può avere occhio per tutti, e la situazione si sarebbe risolta immediatamente. La raccolta delle firme è come andare in chiesa a pregare, non serve a evitare le guerre se non si fanno azioni quotidiane. Il potere ha una caratteristica è garantito dal fatto che fai qualcosa che ritieni utile, ma in realtà il senso civico dei cittadini ti dimostra il contrario”.
Infine, il comico Pinuccio ha posto la sua attenzione sulle “sedia da cantina” in Cattedrale: può essere una riflessione dalla quale prendere spunto per migliorare la nostra città che, a volte, dimentica il tesoro di cui è ricca.
E allora che senso ha avuto questo servizio si chiedono in molti? E’ la volontà del Comitato di non arrendersi a un progetto non condiviso.
In un modo o nell’altro, resterà “Piazza della Discordia”!