Pesci e piante: l’agricoltura secondo Domenico Cantatore
Dopo Anna Catino, Chiara Cioce, Ezio Lauciello, Antonella Sigrisi, concludiamo la narrazione dei progetti nella “Galleria degli artigiani”, nell’ambito dell’azione “Apriti Ruvo!”, con l’innovativa idea di agricoltura che Domenico Cantatore e Maria Letizia Sparapano di Ecopunto Ecopolis intendono diffondere a Ruvo di Puglia e in altri territori,
«La partecipazione al bando è stata una delle vie con cui vogliamo promuovere l’acquaponica, una tipologia di agricoltura che coniuga la coltivazione idroponica con l’allevamento di pesci» spiega Domenico.
«Si tende spesso a confondere l’acquaponica con l’idroponica» prosegue.
La coltura idroponica è la coltivazione delle specie vegetali in assenza di terreno e per mezzo di speciali composti nutritivi che sono forniti in soluzioni liquide, mentre le piante sono sostenute da materiali porosi come torba, sabbia, ghiaia o lana di vetro, che consentono il movimento della soluzione nutritiva in direzione delle radici. L’acquaponica combina questo tipo di coltivazione con l’allevamento ittico, a scopo alimentare, ornamentale ma anche per favorire la ripopolazione di specie.
Intanto, molte persone si avvicinano, incuriosite, al mini impianto che troneggia al centro del locale in Piazzetta Fiume: «Si tratta soprattutto di addetti ai lavori, agricoltori ma anche chi ha il pollice verde, chi cura giardini domestici…è un pubblico variegato» dichiara, soddisfatto, Cantatore.
Il mini impianto è realizzato con materiale di recupero, tini, cisterne in plastica e componenti di mobili inutilizzabili.
L’acqua delle vasche in cui sono allevati i pesci è pompata in quelle idroponiche, dove sono coltivate le piante: l’acqua è sottoposta a sistemi di filtraggio che consentono alle piante di nutrirsi delle sostanze di scarto dei pesci mentre l’acqua “ripulita” è reimmessa nelle vasche di acquacoltura per riprendere, poi, il ciclo.
«Sfruttando questi materiali facilmente recuperabili, vogliamo inviare alle persone questo messaggio: tutti, con poco, possono realizzare un minimpianto di acquaponica, naturalmente dopo una necessaria consulenza con esperti. E poi l’acquaponica è un tipo di coltura sostenibile, a basso impatto ambientale dato che, in assenza di consumo di suolo, prevede un impiego razionale di acqua e di risorse naturali dando vita a un circolo virtuoso che ha benefici effetti anche sull’economia locale, rinvigorita, così, da nuova linfa».
«E’ un sistema che a Ruvo di Puglia, che si fonda su un’economia prevalentemente agricola, potrebbe dispiegare pienamente le proprie potenzialità».
Infatti, con l’acquaponica è possibile coltivare ortaggi ed erbe aromatiche stagionali per autoconsumo o da destinare ai mercati, più sensibili al “biologico” e al “Km 0”; è possibile dedicarsi all’itticoltura di acqua dolce, poco diffusa a livello locale.
Inoltre, in ossequio alla visione green dell’economia e delle abitudini che dovremmo tutti adottare, mobili obsoleti e non più utilizzabili possono divenire componenti di un mini impianto di acquaponica trasformandosi in piccoli orti e giardini pensili domestici; o in allevamenti di pesci a scopo ornamentale: in vetrina, per esempio, fa bella mostra di sé un vecchio televisore trasformato in acquario che, tramite sistemi di filtraggio, alimenta le piante. «Tutto quello che riteniamo non più degno di essere usato, con un occhio diverso e più sensibile, diventa uno strumento prezioso per la salvaguardia dell’ambiente e per incentivare un’economia sostenibile».
Poi confida un sogno: «Vorrei creare un orto urbano ad acquaponica gestito da diversamente abili. Mi piacerebbe proporlo all’amministrazione e non escluderei anche collaborazioni con le Università».
(Foto © Ruvesi.it)