Percorsi mirati per la salute delle donne: a cinque ospedali ASL assegnati i Bollini rosa dalla Fondazione Onda
Gli Ospedali della ASL di Bari sono sempre più a misura di donna. Quest’anno sono cinque i presidi ospedalieri premiati con i “Bollini rosa” dalla Fondazione Onda per il biennio 2024-2025: anche l’ospedale San Giacomo di Monopoli ha ottenuto il prestigioso riconoscimento a livello nazionale, e insieme a San Paolo, Di Venere, Perinei, e Umberto I di Corato, entra nella rete dei 367 ospedali italiani che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili, ma anche quelle che riguardano trasversalmente uomini e donne in ottica di genere.
La cerimonia di premiazione è avvenuta oggi a Roma dove, a ritirare il riconoscimento per l’Ospedale San Giacomo, a cui sono andati ben due bollini rosa, è intervenuta Chiara Priolo, assistente sociale, in rappresentanza della direzione medica di presidio. Nel dettaglio sono complessivamente nove i “bollini rosa”, assegnati alle strutture della ASL: tre per Ospedale della Murgia Fabio Perinei, uno per Ospedale Di Venere di Carbonara di Bari, due all’Ospedale San Paolo, uno all’Ospedale Umberto I di Corato, due all’Ospedale San Giacomo.
La valutazione delle strutture ospedaliere e l’assegnazione dei Bollini Rosa è avvenuta tramite un questionario di candidatura composto da circa 500 domande, ciascuna con un valore prestabilito, suddivise in 15 aree specialistiche più una sezione dedicata ai servizi generali per l’accoglienza delle donne e una alla gestione dei casi di violenza sulle donne e sugli operatori sanitari. Tre i criteri di valutazione tenuti in considerazione, la presenza di: specialità cliniche che trattano problematiche di salute tipicamente femminili e trasversali ai due generi che necessitano di percorsi differenziati, tipologia e appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e servizi clinico-assistenziali in ottica multidisciplinare gender-oriented, l’offerta di servizi relativi all’accoglienza delle utenti alla degenza della donna a supporto dei percorsi diagnostico-terapeutici (volontari, mediazione culturale e assistenza sociale) e infine il livello di preparazione dell’ospedale per la gestione di vittime di violenza fisica e verbale.