PER LE STRADE RUVESI A CACCIA DI "POKEMON": MEGLIO LE PASSEGGIATE CON GELATO IN MANO
Per le strade delle città di mezzo mondo, Italia compresa, migliaia di persone di ogni età camminano con aria concentratissima e fissando lo schermo del proprio smartphone. A volte sono sole, a volte a gruppi.
Cosa fanno, tutte queste persone? Ormai si sa: cercano di catturare, con un clic sulla videocamera del cellulare, i mostriciattoli virtuali di Pokemon Go, l’applicazione creata da Nantiac che in una sola settimana dal lancio negli Usa ha raggiunto 7 milioni e mezzo di iscritti, superando in tre giorni gli utenti giornalieri di Twitter.
La “Pokemon Go mania” è ormai divenuta il tormentone di questa estate 2016 e la Codacons ha immediatamente chiesto di bloccare l’app in Italia, in quanto rischia di trasformarsi in un fenomeno pericolosissimo sul fronte della sicurezza stradale, come accaduto altrove.
“Giochi di questo tipo rappresentano un pericolo concreto perché vengono utilizzati in qualsiasi momento della giornata e distolgono i giocatori dalla dovuta attenzione verso la strada e l’ambiente circostante – spiega il presidente Carlo Rienzi – Pensiamo a chi usa l’app alla guida di una automobile, ma anche a pedoni e ciclisti a caccia di Pokemon che rischiano di essere investiti perché intenti ad osservare lo schermo del cellulare e non il marciapiede, le strisce pedonali e la strada dove camminano”.
Visto che non capivamo l’euforia che la caccia ai Pokemon trasmettesse, abbiamo individuato un giocatore di questa app e con lui ci siamo avviati, rigorosamente a piedi, a spasso con lo smartphone.
Prima abbiamo chiesto un ripasso delle regole, in modo da evitare “brutte figure”. “Grazie al supporto del GPS – ci spiega Antonio – ogni giocatore si trasforma in allenatore di Pokémon virtuali. Occorre andare in giro per la città cercando di catturare Pokémon, conquistare palestre e guadagnare soldi per le Poké Ball“. Facile no?
La nostra passeggiata è cominciata da Corso A. Jatta. La prima problematica è stata catturare i Pokemon presenti nelle attività commerciali: “Si entra, con una scusa qualsiasi si prende tempo, si cattura il Pokemon e si esce“. Bene, questa semplicità ci era sconosciuta, ma per fortuna il Pokemon si era fermato sull’ingresso di una nota pizzeria ruvese. A quel punto la corsa si è diretta verso Piazza Dante, dove a un certo punto non si scansavano ragazzini e amanti della passeggiata serale, ma bensi “Pikachu”.
Poi la scoperta “sensazionale”: in Cattedrale vi è la palestra dei Pokemon! Non ce lo saremmo mai aspettato e, della serie, provare per credere, ci siamo affacciati in Chiesa per “allenare” i Pokemon. Purtroppo abbiamo constatato che non eravamo gli unici giocatori virtuali lì presenti.
Capito il meccanismo ci siamo diretti verso via Cattedrale, ma stavolta la caccia ai Pokemon la guidavamo noi: destinazione Gelateria! Meglio un gelato in mano, che uno smartphone “Caccia Pokemon”!