Pasture per cinghiali nel Parco Nazionale. Il CABS: “Non solo Puglia, terzo caso in pochi giorni”
C’è da riflettere dopo che gli organi d’informazione pugliesi hanno diffuso la notizia di due soggetti denunciati dalla Stazione Parco di Ruvo di Puglia. Lo afferma il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio che ricordano come i due avrebbero pasturato con cibo idoneo ai cinghiali un’area ben precisa del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. I due soggetti sarebbero stati individuati mentre utilizzavano alcune postazioni di caccia.
“Si tratta – ha affermato il CABS – del terzo caso del quale si ha notizia in poco più di due settimane. In particolare in provincia di Siena si è avuta notizia di un uomo denunciato dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale che, stante quanto apparso negli organi d’informazione, apparterebbe ad una squadra di caccia al cinghiale. I giornali hanno riferito di due fusti pieni di mais. Pochi giorni prima, invece, era intervenuta la Polizia Provinciale di Grosseto la quale non solo individuava ben tre distributori automatici idonei ad attirare i cinghiali ma aveva anche denunciato due persone che, secondo il comunicato dalla stessa Polizia, sarebbero appartenuti a due distinte squadre di caccia al cinghiale”.
Ora il caso di Ruvo ed il congiunto sequestro di due fucili da caccia e di trenta munizioni a palla.
“Viene da chiedersi – ha affermato il CABS – a chi conviene la presenza del cinghiale se non proprio agli improbabili sfamatori di questo ungulato (atto in questi termini vietato dalla legge), più probabilmente interessati al mantenimento e all’aumento delle popolazioni selvatiche dei suidi ed al loro prelievo che alla diminuzione della popolazione di questi animali e dei danni che a volte arrecano”.