CHIUSA LA FASE SPERIMENTALE DEL PROGETTO PARTNERSHEEP
Cresciuto il numero di aziende aderenti e di lana raccolta. Il prossimo obiettivo: avviare una microfiliera locale.
Si è conclusa con un incontro presso la sede dell’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia la fase sperimentale e conoscitiva del progetto “PartnerSheep” promosso dall’Ente Parco, con la collaborazione del Consorzio di aziende agro-zootecniche “Murgia Viva” e del Centro di Raccolta di Lane Sucide “The Wool Company” di Biella.
Il progetto triennale ha portato alla trasformazione della lana, precedentemente trattata come rifiuto speciale con elevati costi di smaltimento, in un prodotto inserito in una filiera nazionale con valori di mercato e standard qualitativi sempre più elevati.
L’iniziativa, curata per l’Ente Parco dalla Funzionaria agronoma Chiara Mattia, ha visto il coinvolgimento di un numero crescente di aziende aderenti: dalle 4 iniziali alle 104 coinvolte nel terzo anno di attività.
Durante l’incontro, alla presenza dei rappresentanti delle aziende consorziate, sono stati illustrati i risultati che evidenziano l’incremento della quantità della lana raccolta (dalle 18 tonnellate del 2011 alle 55 tonnellate del 2014) e la tenuta del prezzo del prodotto, sia per le lane fine che per quelle ordinarie con valore medio di 0,56 Euro al Chilogrammo con punte di 1 Euro al Chilogrammo per le lane merinizzate.
Ciascuna azienda è stata valutata con una ‘pagella’ attestante la qualità e la quantità del materiale raccolto ed ha partecipato alla redistribuzione degli utili provenienti dalla vendita del prodotto.
Il Direttore dell’Ente Parco, Fabio Modesti, ha tracciato un bilancio a consuntivo del progetto triennale: “PartnerSheep è stato un successo che ha pienamente ripagato l’investimento dell’Ente. Abbiamo attivato un processo che ha contribuito a migliorare il reddito delle aziende agro-zootecniche: quello che era un rifiuto di difficile smaltimento che arrivava a costare 500 Euro a tonnellata, oggi è una piccola risorsa di cui beneficiano concretamente i nostri allevatori. L’operazione ha destato grande interesse, come dimostrano i numerosi progetti che stanno provando a replicare il nostro in aree protette e territori in cui è forte la presenza di allevamenti ovini. La prossima sfida è quella di creare una microfiliera locale che permetta alle aziende, che necessariamente devono mettersi insieme, di superare l’ostacolo rappresentato da incettatori e grossisti che ad oggi dettano le leggi del mercato”.
È stata quindi manifestata la volontà, da parte di tutte le parti coinvolte, di individuare la copertura finanziaria per la prosecuzione dell’attività, attingendo eventualmente a fondi Life o P.S.R. 2014-2020.