Ospedale San Paolo: suona la campana per i pazienti che sconfiggono il cancro
I rintocchi di campana, nell’Oncologia dell’Ospedale San Paolo, segneranno d’ora in poi un lieto evento: la fine del percorso terapeutico. Il dono di un paziente, consegnato stamane nelle mani del direttore di Oncologia Nicola Marzano e del direttore medico del presidio Angela Leaci, assume – afferma il dottor Marzano – «una ricca valenza simbolica soprattutto perché arriva da chi come Roberto Befo, 47 anni, è da qualche mese alle prese con la sua personale battaglia contro la malattia che però non affronta da solo ma con la condivisione di un reparto che si fa carico del suo attuale vissuto». «E’ il nostro regalo di matrimonio – ha detto Roberto assieme a sua moglie – e dentro c’è tutta la nostra passione per le moto, ma anche l’augurio per tutte le persone che devono affrontare una difficile sfida e il sostegno al personale che, in questo reparto, ci offre le cure più appropriate e una grande umanità».
La campana, fregiata come una “lucky bell” portafortuna (simbolo caro agli appassionati di Harley Davidson), sarà appesa nel reparto di Oncologia e sarà suonata dai pazienti che riescono a sconfiggere il cancro. «È un bellissimo modo di farlo – ha sottolineato Leaci – con un gesto d’amore fra le persone e per la vita con la speranza di ascoltare quel suono molto spesso. Per chi la suonerà e per chi l’ascolterà sarà un bel modo di incoraggiare tutti alla lotta contro i tumori. La testimonianza del donatore rende tangibile l’attenzione che in questo Ospedale abbiamo per l’umanizzazione delle cure e per le persone: le sue parole ci stimolano ad andare avanti». In segno di riconoscenza l’Associazione “Energia Donna”, che affianca le donne nel percorso oncologico, ha consegnato al donatore una pergamena ricordo. Anche questo, come ha detto la presidente Maria Grazia Ramires, un gesto di condivisione di un percorso difficile che, però, ci si augura possa riservare un esito favorevole per tanti.
Emozionate le parole del dr. Marzano: «Il rintocco rappresenta la fine di un percorso – ha rimarcato – ma il suono “fermo e deciso” è volutamente diverso da tutte le altre campane e sta a significare la durezza e l’impegno che c’è stato. Il nostro amico e la sua compagna di vita hanno voluto fare al reparto e all’Ospedale un bel dono che testimonia il loro modo di essere: persone aperte e disponibili verso il prossimo, pur sapendo di dover affrontare un iter impegnativo che faremo insieme. Lui però ha guardato oltre, a quando non solo lui terminerà la terapia. Ma quando ciascuno di noi inizierà un percorso e lo concluderà, il suono della campana vorrà dire la fine della terapia ma anche gioia, colore e amore trascorsi in un reparto in cui c’è grande condivisone tra pazienti, medici, psicologi e infermieri».
L’iniziativa, celebrata con un breve ma intenso momento, ricalca l’usanza adottata in molti ospedali degli Stati Uniti d’America ma anche nel Sud America, dove si sceglie di annunciare la guarigione di un paziente dal cancro, oppure la conclusione positiva dei trattamenti, proprio facendo risuonare una campanella. «Un gesto semplice e liberatorio – ha aggiunto la psico-oncologa Mariella Tambone – che segna il nuovo inizio di chi ha sconfitto uno dei mali più terribili da affrontare. Inoltre, il suono della campanella è un simbolo della tenacia e determinazione dei pazienti e delle loro famiglie, così come del personale sanitario che opera in Oncologia con uno straordinario lavoro d’équipe e che ogni giorno s’impegna affinché sempre più persone possano compiere quella meravigliosa azione».
E dunque, rovesciando il senso del celebre verso del poeta John Donne, “non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”, questa volta si può star certi che la campana risuonerà per annunciare la vittoria della vita e non la sua sconfitta.