Ordinazione episcopale di Mons. Vincenzo Turturro, nunzio apostolico in Paraguay
Sabato 9 marzo, alle 10.30, nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, si terrà l’ordinazione episcopale di mons. Vincenzo Turturro, nominato lo scorso 29 dicembre da Papa Francesco arcivescovo titolare di Ravello e nunzio apostolico in Paraguay.
La celebrazione con il rito di ordinazione sarà presieduta dal S.Eminenza Rev.ma card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità.
La comunità diocesana sarà presente con il vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia con una rappresentanza di sacerdoti e laici. Siamo invitati tutti a partecipare spiritualmente, attraverso la preghiera, a questo momento di gioia.
Mons. Vincenzo Turturro presiederà nella Cattedrale di Molfetta la concelebrazione eucaristica, sabato 16 marzo alle ore 19.00, con la presenza del vescovo metropolita mons. Giuseppe Satriano e mons. Domenico Cornacchia.
Mons. Turturro è stato ordinato ordinato sacerdote, per la diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi il 31 ottobre 2003. Laureato in Diritto Canonico, è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 2009 ha prestato successivamente la propria opera nelle Rappresentanze Pontificie in Zimbawe, Nicaragua (2012) e Argentina (2015); è stato successivamente nominato Cappellano di Sua Santità (2014) e nel 2023 Prelato d’onore di Sua Santità. Dal gennaio 2019 è stato trasferito alla Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato e dal 1° agosto 2019 ha svolto il proprio servizio presso la Segreteria particolare del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.
Descrizione dello stemma episcopale di S.E.R. Mons. Vincenzo Turturro Arcivescovo titolare di Ravello Nunzio Apostolico in Paraguay
Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo dell’Arcivescovo Turturro
“D’azzurro, allo scaglione d’oro accompagnato da una stella (7) d’argento nel cantone destro del capo, da una tortora volante dello stesso nel cantone sinistro e da una croce ancorata del secondoin punta”
Il motto: QUONIAM TU MECUMES (Salmo 23,4)
Per il proprio motto episcopale, Mons. Turturro si è ispirato al Salmo 23, noto anche come il Salmo del Buon Pastore, laddove recita:” …se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me…” (“…si ambulavero in valle umbrae mortis, non timebo mala, quoniam tu mecum es…”). E’ qui evidente, in queste parole, il senso di totale fiducia e abbandono a Dio, anche nei momenti più bui che la vita ci può riservare.
I contesti mondiali di oggi, tormentati da guerre e divisioni che portano morte e devastazione tra le genti, rendono questa profezia attuale e auspicata.
Interpretazione
L’ornamento esterno caratterizzante lo stemma di un Arcivescovo, oltre ai venti fiocchi verdi, dieci per parte, pendenti dal cappello ai due lati dello scudo, è la croce astile arcivescovile.
Tale croce, detta anche “patriarcale”, a due bracci traversi, identifica appunto la dignità arcivescovile: infatti, nel XV secolo, essa fu adottata nello stemma dai Patriarchi e, poco dopo, dagli Arcivescovi. Molti studiosi ritengono che il primo braccio traverso, quello più corto, volesse richiamare il cartello con l’iscrizione “INRI”, posto sulla croce al momento della Crocifissione.
Lo stemma dell’Arcivescovo Turturro è “agalmonico” (o “parlante”) in quanto reca al proprio interno un simbolo, la tortora, che richiama il cognome, Turturro. In araldica la tortora è simbolo di amore coniugale, l’amore sponsale per la Chiesa universale che il Vescovo è chiamato a testimoniare con la consegna dell’anello episcopale.
La stella a sette punte simboleggia Maria, la Nostra Madre Celeste alla cui protezione don Vincenzo affida il nuovo ministero affidatogli.
Lo scaglione simboleggia l’architrave del tetto dell’edificio in cui si riunisce la collettività, quindi la Chiesa per i cristiani.
La croce scelta è di foggia “ancorata” in quanto gli estremi terminano ricordando gli uncini di un’àncora che, fin dai tempi dei primi cristiani, identifica la speranza nella salvezza eterna. Inoltre, essa è caratterizzata da 8 punte, richiamando così le Beatitudini.
I colori dello stemma sono l’azzurro, colore simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio; l’oro, primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima virtù, la Fede; infatti, è grazie alla Fede che possiamo comprendere il mistero della Croce, simbolo del sacrificio di Cristo Redentore; l’argento, simboleggia la trasparenza, quindi la purezza, la verità e la giustizia: la purezza della Vergine Maria, identificata dalla stella mentre verità e giustizia sono le doti che dovranno costituire fondamento dello zelo pastorale del Vescovo Turturro.