OLIO: TEST DEL DNA ANTI-TRUFFA PER LA GIORNATA NAZIONALE A BARI; SCOVATO ANCHE OLIO VERGINE SPACCIATO PER EXTRAVERGINE
Scovato anche olio vergine spacciato per extravergine con un grado di acidità pari a 0,9, grazie al test del DNA su Piazza del Ferrarese che con poche gocce rivela se la bottiglia appena acquistata contiene olio nuovo o vecchio e, soprattutto, se è vero extravergine di oliva. La macchina della verità è entrata in funzione a Bari, in occasione della Giornata Nazionale dell’Olio Extravergine, organizzata da Coldiretti Puglia in collaborazione con UNAPROL.
“L’annata di scarica è stata ulteriormente compromessa dalle calamità – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che hanno più che dimezzato la raccolta delle olive e causato un – 50-60% di olio extravergine. Vanno spiegate ai consumatori le ragioni per cui quest’anno l’olio pugliese costa di più e vanno allertati circa il rischio di frodi e contraffazioni. Nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute rapidamente, nonostante la Puglia sia la regione più olivicola d’Europa. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per ‘costruire’ blend con oli regionali. L’aumento costante del consumo di olio di oliva che nel mondo ha fatto un balzo del 50 per cento negli ultimi 20 anni apre grandi opportunità che il Made in Italy deve saper cogliere e per farlo deve puntare sull’identità, sulla legalità e sulla trasparenza per recuperare credibilità anche all’estero”.
Per questo Coldiretti Puglia ha organizzato per il secondo anno consecutivo la ‘Giornata Nazionale dell’Olio Extravergine’ a Bari, con la molitura in diretta delle olive attraverso un frantoio mobile che ha prodotto olio extravergine ‘alla spina’ immediatamente assaggiabile con il pane di Altamura DOP. Sono stati allestiti gazebo animati dai produttori pugliesi, dall’Istituto Pugliese per il Consumo, dagli organismi di controllo (NAS, Corpo Forestale dello Stato ICQRF…) ed è stato dato ampio spazio alla didattica con i bambini impegnati a fare l’olio con mortai e colini.
La PLV (Produzione Lorda Vendibile) del comparto olivicolo-oleario è pari al 20% della totale PLV del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%. Si tratta di un patrimonio di inestimabile valore che va tutelato dagli agropirati nazionali ed internazionali.
“Va applicata senza se e senza ma la ‘legge salva-olio’ – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – la n. 9 del 2013 ed è necessaria l’accelerazione dell’iter del disegno di legge che reca le “nuove norme in materia di reati agroalimentari”, elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. a supporto dell’attività degli organismi di controllo che hanno uno strumento in più per contrastare frodi e sofisticazioni. Dall’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione di 18 mesi dalla data di imbottigliamento, al riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo, dalle sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi all’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, dall’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli, al rafforzamento dei metodi investigativi con le intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali, sono solo alcune delle misure previste dal provvedimento”.
Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine DOP, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Se si vuole comperare un buon extravergine italiano – conclude la Coldiretti – bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 7 – 8 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione.
Gli oli di importazione vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e in molti casi in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre, spesso bottiglie di extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. Attenzione anche al ristorante dove secondo l’indagine on line condotta dal sito www.coldiretti.it sono fuorilegge 3 contenitori di olio su 4 (76%) che usano vecchie oliere o non rispettano l’obbligo del tappo antirabbocco entrato in vigore quasi 2 anni fa con la legge europea 2013 bis, approvata dal Parlamento e pubblicata sul supplemento n. 83 della Gazzetta Ufficiale 261, che prevede sanzioni che vanno da 1 a 8mila euro e la confisca del prodotto.
Un olio extravergine di oliva (EVO) di qualità – conclude la Coldiretti – deve essere profumato all’esame olfattivo deve ricordare l’erba tagliata, sentori vegetali e all’esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, gli oli di bassa qualità invece puzzano di aceto o di rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi. Riconoscere gli oli EVO di qualità significa acquistare oli ricchi di sostanze polifenoliche antiossidanti fondamentali per la nostra salute.