OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, MULTE A GRANDI MARCHI DA ANTITRUST PER PUBBLICITÀ INGANNEVOLE; DA APPLICARE ALLA LETTERA LA LEGGE 'SALVA-OLIO
“Plauso all’attività dei Nas dei Carabinieri, dell’Agenzia delle Dogane e dell’Antitrust che hanno controllato e scovato la pubblicità ingannevole su olio venduto come extravergine quando in realtà era semplice olio di oliva, meno pregiato. La prova organolettica è espressamente considerata come la “prova regina” nel settore dell’olio a livello non soltanto europeo ma anche nazionale, con la legge così detta salva-olio. Ciò ha consentito all’Antitrust di comminare multe anche salate a tutela dei consumatori e del lavoro di tante imprese olivicole serie. E’ opinione diffusa che estendere i controlli alla tracciabilità significa ledere gli interessi delle lobby e delle multinazionali che riescono a mantenere le loro quote di mercato disattendendo le regole e le norme nazionali e comunitarie in vigore. Queste situazioni hanno reso l’olio d’oliva uno dei prodotti più coinvolti nell’universo delle frodi alimentari”. E’ il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia delle multe dell’Antitrust a Lidl Italia s.r.l. (con una sanzione di 550.000 euro per il marchio Primadonna), Coricelli (con una sanzione di 100.000 euro per il marchio omonimo Pietro Coricelli extravergine di oliva) e Carapelli-Firenze (con una sanzione di 300.000 euro per i marchi Sasso Classico, Carapelli Il Frantoio e Bertolli Gentile), per avere commercializzato come extravergine di oliva un olio diverso, con caratteristiche organolettiche inferiori a quelle fissate con legge per la classe merceologica falsamente vantata.
“Per questo va applicata alla lettera la ‘legge salva-olio’ – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – a supporto dell’attività degli organismi di controllo che hanno uno strumento in più per contrastare frodi e sofisticazioni. Dall’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione di 18 mesi dalla data di imbottigliamento, al riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo, dalle sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi all’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, dall’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli, al rafforzamento dei metodi investigativi con le intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali, sono solo alcune delle misure previste dal provvedimento”.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha disposte le multe per l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari resi attraverso l’impiego di etichette, la diffusione di volantini cartacei e di messaggi via internet che esaltano le caratteristiche di semplici oli di oliva vergini, lasciando credere erroneamente al consumatore che si tratti di oli di qualità superiore.
Le società coinvolte si sono difese rilevando, in particolare, l’inaffidabilità delle prove organolettiche in quanto basate su parametri soggettivi che possono condurre a risultati imprevedibili. Al contrario, l’Antitrust ha ribadito che le analisi svolte dai Nas dei Carabinieri e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, devono considerarsi della massima attendibilità perché si tratta di soggetti pubblici che hanno il compito specifico di compiere tale tipo di controlli, attestando ogni singola fase della procedura, che va dal prelevamento dei campioni alla certificazione delle analisi compiute.
Correttamente, allora – secondo la Coldiretti – l’Autorità ha concluso per l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari perché il consumatore dedica molta attenzione al fatto che un olio sia extravergine, essendo, infatti, disposto a pagare un prezzo più elevato solo se si tratta di olio extravergine di oliva, ovvero, solo se il prodotto presenta effettivamente quelle proprietà che lo rendono superiore anche sotto il profilo dei benefici per la salute. Le pronunce dell’Agcm – preicsa la Coldiretti – confermano, pertanto, la centralità del panel test come strumento privilegiato di controllo contro le frodi e le contraffazioni che questo pregiatissimo prodotto italiano si trova a dover subire continuamente sul mercato, come Coldiretti denuncia ormai da tempo.