OBIETTIVO ‘INFORTUNI ZERO’; MAGLIA NERA ALLA PUGLIA IN ULTIMO QUINQUENNIO
In agricoltura in Puglia da gennaio a luglio 2024 gli infortuni mortali sono stati 5, stabili rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre risultano in aumento gli infortuni sul lavoro (+3%), in una regione a forte vocazione agricola che conta oltre 1.200.000 occupati e ha bisogno di strumenti efficaci di tutela del lavoro in agricoltura. Di sicurezza e lavoro in campagna si è parlato alla Fiera del Levante con il Viceprefetto di Bari, Michelangelo Montanaro, Fulvio Longo, Direttore del Dipartimento di Prevenzione di ASL Bari, Giuseppe Gigante, Direttore Regionale INAIL PUGLIA, Rosa D’Eliseo, Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari.
C’è molto lavoro ancora da fare, secondo Coldiretti, mettendo in campo una doppia responsabilità, tanto sul versante del lavoro dipendente che sul versante del lavoro autonomo degli agricoltori, considerato che nel periodo 2018-2022 poco più della metà dei morti è lavoratore dipendente (53%), di cui 8 su 10 con un contratto a tempo determinato, mentre il 40% circa è un lavoratore autonomo, la stragrande maggioranza coltivatore diretto e/o familiare, sulla base dei dati Inail di marzo 2024 e la Puglia nel quinquennio risulta la regione più gravemente colpita.
“Sono due i macro-filoni di intervento, il primo indirizzato a sostenere economicamente le imprese nell’acquisto di macchine agricole “sicure” svecchiando la vetustà del parco macchine aziendali – probabilmente prima causa di infortunio nel settore – ed il secondo finalizzato a sostenere e promuovere a tutto tondo la “cultura” della sicurezza sostenendo le imprese in quella fase molto delicata della formazione sulla sicurezza che coinvolge come discenti tanto l’imprenditore che i lavoratori”, ha detto Romano Magrini, Capo Area Lavoro e Relazioni Sindacali di Coldiretti. Restano in sospeso però un paio di questioni, “la sicurezza non è raggiunta né raggiungibile semplicemente con adempimenti formali, non si arriverà mai all’obiettivo di infortuni “zero” se non si comprenderà la necessità di approcciare prima di tutto culturalmente questo problema e sarà certamente più semplice passando anche attraverso un raggiungibile livello di semplificazione amministrativa degli adempimenti formali”, ha incalzato Magrini nel sottolineare che “se davvero quello degli infortuni, soprattutto mortali, in agricoltura rappresenta un’emergenza nazionale, è necessario superare l’ostacolo (europeo) che non consente ai fondi interprofessionali di formazione continua di finanziarie attività di formazione obbligatoria in materia di sicurezza”, ha concluso Magrini.
Con il 22% delle giornate di lavoro in agricoltura sul totale nazionale – sottolinea Coldiretti Puglia – in Puglia vive un mercato del lavoro di grande valenza da tutelare, affiancando alle norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro l’approvazione “delle proposte di riforma dei reati alimentari – ha spiegato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Serve intanto attuare appieno il decreto legislativo contro le pratiche sleali nel commercio alimentare, una svolta storica per combattere le speculazioni sul cibo dal campo alla tavola in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo”. Si aggravano così i pesanti le distorsioni dal campo alla tavola, insiste Coldiretti Puglia, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi.
In tema di sicurezza serve anche una stretta sulla criminalità nelle campagne spesso trasformate in un far west “con le attività criminose legate alla “stagionalità” delle produzioni – ha denunciato Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – con squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le ciliegie a maggio, l’uva da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati. Infine sradicano e portano via gli olivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne”.
Le campagne sono in balia di gruppi della criminalità, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, che non si fermano – conclude Coldiretti Puglia – neppure davanti al momento di incertezza con la guerra e l’emergenza che sta arrecando gravi danni alle aziende agricole, anzi si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di mezzi, prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile.