Nuove norme alla movida rubastina. Il nuovo regolamento è già entrato in vigore
Lo scorso 8 maggio, il sindaco Pasquale Chieco ha firmato l’ordinanza n. 46/2017 con la quale impone ai bar, alle pizzerie e a tutti gli altri locali in cui ci si incontra per condividere tempo, cibo e bevande, una serie di prescrizioni tese a rendere la “movida rubastina” rispettosa sia della quiete pubblica che del decoro e dell’igiene della città.
Le prescrizioni riguardano, infatti, i piccoli trattenimenti musicali e la musica di allietamento con cui i gestori di locali cercano di incrementare il numero di clienti e di offrire agli avventori più fedeli un’ulteriore occasione di divertimento.
L’ordinanza stabilisce che, da maggio a settembre, gli intrattenimenti musicali e la musica di allietamento all’interno del locale dovranno cessare entro mezzanotte fermo restando che, negli orari consentiti, il suono non dovrà diffondersi all’esterno; se all’esterno del locale entro mezzanotte da lunedì a giovedì e la domenica e sino all’una il venerdì e il sabato. Nel periodo invernale, da ottobre ad aprile, la musica e ogni spettacolo ad essa correlato dovranno cessare entro mezzanotte durante tutti i giorni della settimana; all’esterno dei dehors autorizzati, dovranno cessare entro le 23.00.
Ciascun esercente non potrà organizzare più di un evento a settimana tranne durante le sagre, o nel corso di iniziative legate a festività natalizie e di fine anno; iniziative di cui sono promotori gruppi di esercenti o associazioni di categoria e sempre, comunque, previo assenso del Comune dietro formale istanza, corredata da una relazione di impatto acustico, che non dovrà superare determinati limiti (dopo le 23.00 si deve, in ogni caso, ridurre l’intensità delle emissioni sonore).
L’istanza, poi, dovrà essere presentata agli uffici comunali competenti almeno cinque giorni prima per istruire la pratica e programmare attività ispettive e di controllo.
I gestori dei locali, al termine della serata, dovranno garantire che il vicinato non sia disturbato dal vocio eccessivo, risate, urla degli avventori e dovranno ripulire la zona circostante la sede del pubblico esercizio dal materiale abbandonato e «dagli imbrattamenti riconducibili, direttamente o indirettamente, alla propria clientela» Inoltre la vendita per asporto di alimenti e bevande dovrfà essere esercitata utilizzando recipienti monouso, cioè stoviglie “usa e getta”.
In caso di trasgressioni, sono previste sanzioni che vanno da un minimo di 80,00 euro sino a un massimo di 200,00 euro, salva l’applicazione di norme penali e amministrative. In alcuni casi di recidiva, alla seconda sanzione accertata durante l’anno solare,la sanzione amministrativa sarà raddoppiate e se si persegue nelle violazioni si applica la sanzione amministrativa di 500,00 euro e la sospensione dell’attività fino a massimo tre giorni.
L’ordinanza n. 46 nasce a seguito di incontri con alcuni titolari di pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, nei quali si è tenuto conto anche delle esigenze commerciali degli stessi in ordine alla diffusione di musica nei propri locali e spazi attigui. L’ordinanza intende creare, così, armonia tra il diritto all’iniziativa economica e quello alla quiete pubblica, espressione del «più generale diritto al benessere e salute delle persone».
L’ordinanza intende, poi, contemperare tra loro sia la necessità di garantire una movida cittadina che coinvolga i giovani ruvesi e non li costringa a migrare in città considerate più ricche di vita, come Corato, sia la necessità di ridurre gli «aspetti deleteri» conseguenti alle diffusioni musicali quali eccessivo volume della musica, aggregazione di persone nei pressi dei locali – ma qui si vuole intendere aggregazione rumorosa e molesta -, l’imbrattamento del suolo con bicchieri di plastica, bottiglie di vetro e lattine.
Non si sono fatte attendere le critiche a questa ordinanza, e da parte dei cittadini che parlano di una «Ruvo di Puglia, città del sonno» e da parte politica. Nettamente critico, infatti, il consigliere di opposizione Piero Paparella (Direzione Italia) che, in un post sulla sua pagina ufficiale Facebook, dopo aver sottolineato alcuni passaggi dell’ordinanza, ironizza sulla locuzione «aspetti deleteri» e tuona: «[…] il Sindaco pone delle “prescrizioni” sulle “diffusioni musicali da parte degli esercizi pubblici di somministrazione alimenti e bevande caratterizzate quali piccoli trattenimenti/musica di allietamento”.
Di proposito non commento nessuno di questi “aspetti deleteri”, ma mi pongo alcune domande:
1. Come è possibile che questa ordinanza sia il risultato di “incontri promossi da questa Civica Amministrazione Comunale con alcuni titolari di pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande”? E gli altri titolari di pubblici esercizi come la pensano?
2. Come sono stati scelti questi alcuni titolari? Forse tra quelli che hanno votato alle primarie del Pd?
3. Il questo modo, il Sindaco intende dare fiato ed ossigeno alle molteplici attività che operano nel settore?
4. Il Sindaco ricorda di aver tenuto a sé la delega assessorile delle Attività Produttive, delega che fino ad ora non ha prodotto nessun atto formale se non “aspetti deleteri”? Anziché far emergere gli aspetti promozionali ed incentivanti il Sindaco va alla ricerca di aspetti deleteri. Detta regole assurde. Beato chi è contento e consenziente!».