PER NON DIMENTICARE – UN AMORE FINITO NEL SANGUE : LA STORIA DI MARIA
Proseguono per tutta la giornata odierna le manifestazioni legate alla giornata contro la violenza sulle donne. Per non dimenticare, raccontiamo la storia di Maria Rubini, farmacista ruvese assassinata all’età di 31 anni ad Aiello Calabro.
Mai più! Per Maria!
È il 9 aprile del 2002 quando il nome di Maria Rubini balza improvvisamente agli onori della cronaca, è l’ennesimo caso di femminicidio: una giovane ruvese (31 anni) viene trucidata a colpi di arma da fuoco per mano del marito nella casa di famiglia ad Aiello Calabro.
Chi è Maria Rubini? La sua carta di identità ci parla di una donna estremamente intraprendente e coraggiosa. La voglia di realizzarsi, infatti, fresca fresca di laurea, la porta lontana dalla sua casa, dai suoi affetti più cari fin giù in Calabria dove inizia a lavorare nella farmacia del dottor Caruso.
Le cose stanno andando proprio nel verso giusto, non ci è voluto molto per trovare un lavoro “serio” che ripaga di anni di faticosi studi e la fortuna sembra davvero essere dalla sua parte, perché di lì a poco pure l’amore bussa alla sua porta.
È la favola, quella che tutte le donne sognano di vivere! Tra la giovane farmacista e il dottore scatta quella chimica inspiegabile ed è subito amore, quell’amore che di lì a poco li porterà all’altare a coronare il sogno.
Il “sì” fa di Maria una donna felice.
Il quadro familiare, all’apparenza idilliaco, sembra evolversi verso la forma più alta e spontanea di amore: nel 2001 con la nascita della sua bimba, Maria è una mamma, una donna completa e la famiglia Caruso è indiscutibilmente agli occhi di tutti la famiglia perfetta.
È l’apparenza, solo l’apparenza! Il suo è un sorriso forzato dietro cui si nasconde una verità turpe, nelle quattro mura della sua casa la povera donna vive l’incubo, il peggiore, quello inconfessabile, quello che soltanto alle pagine di un diario riesci a raccontare perché il lucchetto ne preserva meccanicamente il segreto.
Dopo poco più di due anni la convivenza con l’uomo e la suocera, la cui presenza l’aveva accettata sempre e solo per amore, è difficile. Lui è violento e le lascia sulla pelle i segni della sua follia.
In nome del suo coraggio, Maria è fermamente convinta, occorre dare un taglio definitivo a quella insostenibile situazione e con la sua bimba, di soli 7 mesi, sarebbe ritornata finalmente a casa, a Ruvo, per ritrovare serenità tra le braccia dei suoi genitori. La furia omicida dell’aggressore, però, raggela ogni progetto, ogni speranza di vita nuova, la donna viene trafitta mortalmente alle spalle da colpi di arma da fuoco nel bagno di casa.
Cinque proiettili spengono la vita, i sogni di una giovane mamma e gettano nello sconforto più assoluto i genitori di una famiglia per bene, investita del difficile compito di far crescere serena la propria nipote.
A quella creatura, oggi sedicenne, la vita le ha già spiegato tutto. L’atroce destino della sua mamma le sarà sicuramente servito a capire che non esiste nessuna giustificazione a comportamenti di aggressività maschile che annientano completamente la tua autostima e che ti riducono ad un giocattolino nelle sue mani.
“Grazie mamma!”.
Irene Tedone
La verità è che non sapete niente di quello che è accaduto e scrivete cose a caso. Prima di scrivere chiedete ai diretti interessati!!