Nazionale, il gruppo sopra i fuoriclasse
Mancano poche settimane: a metà giugno ci sarà il calcio d’inizio di Euro 2024, la 17esima edizione del Campionato Europeo di calcio maschile. L’ultima edizione, nell’estate 2021, è stata vinta dall’Italia che dunque si presenta da campione in carica; ciononostante, la Nazionale non si approccia al torneo con l’etichetta di squadra favorita. In effetti, gli ultimi anni della Nazionale sono stati a dir poco altalenanti: a exploit entusiasmanti, come quello che ha portato alla vittoria di Euro 2020 e al record storico di imbattibilità, si sono alternate delusioni cocenti come la mancata qualificazione a due Mondiali di fila, con l’ultima avventura conclusa mestamente ormai dieci anni fa nei gironi di Brasile 2014.
La nazionale, ormai da diversi anni, è composta da rose alle quali viene rimproverato di “non avere fuoriclasse”. Un problema annoso, periodicamente riproposto individuando i più diversi problemi: dallo scarso livello delle scuole calcio fino agli eccessivi tatticismi che limitano la creatività, ognuno ha le sue idee sui motivi che privano la Nazionale di una vera e propria stella capace di cambiare da sola le partite. Ma è proprio così? E soprattutto, un fuoriclasse fa davvero la differenza?
I tornei delle Nazionali mettono in scena percorsi che non possono essere totalmente attendibili. I giocatori provengono da squadre di club che spesso non condividono la stessa categoria né il campionato, figurarsi le tattiche di gioco e la preparazione atletica. Gli allenatori delle Nazionali, dal canto loro, devono fare del loro meglio per creare in brevissimo tempo un’identità di gioco per un gruppo che in tutta la stagione ha pochissime occasioni per allenarsi insieme. È proprio in questo contesto che diventa importante poter contare su un fuoriclasse: un calciatore particolarmente dotato, capace col suo talento superiore di sopperire almeno in parte alle inevitabili carenze di un gruppo che non può avere lo stesso affiatamento della rosa di un club.
Ma, sotto questo punto di vista, l’Italia raramente ha schierato dei veri e propri fuoriclasse. Possiamo magari contare Roberto Baggio, Pallone d’Oro 1993; Gianfranco Zola, uno dei più amati calciatori italiani in Premier League; Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale nel 2006 e premiato per l’exploit in quel torneo col Pallone d’Oro. Prendiamo proprio in considerazione la rosa dei Mondiali 2006 e il suo percorso: tra le partite ancora oggi più ricordate ci sono quelle di maggior sofferenza, e tra i convocati non c’era nessuno che giocasse fuori dall’Italia. Nonostante calciatori di ottimo livello, come il già citato Cannavaro ma anche Gigi Buffon e Francesco Totti, è stata la forza del gruppo a permettere un risultato storico come la vittoria del quarto mondiale: tutti i calciatori di quella rosa concordano su questo aspetto, ricordando anche come la situazione extra calcistica in Italia avesse contribuito a compattare il gruppo in maniera straordinaria. Le partite più emozionanti di quella spedizione sono state la semifinale contro la Germania e la finale contro la Francia, ma non solo per il blasone dell’avversario e per l’avvicinarsi del traguardo: riguardando ancora oggi le partite spiccano calciatori capaci di fare gruppo, muovendosi in sintonia come se giocassero insieme da una vita e non solo da qualche settimana.
D’altra parte, la presenza di fuoriclasse non è mai stata garanzia di vittoria per le spedizioni azzurre: tutti ricordano il rigore sbagliato proprio da Roberto Baggio nella finale dei Mondiali 1994, da sempre il ricordo più doloroso per il Divin Codino. Ma pensiamo anche alla sfortunata spedizione asiatica per i Mondiali 2002: è vero che l’eliminazione dell’Italia fu segnata da enormi polemiche, ma è anche vero che raramente la Nazionale ha avuto una selezione a tanto talentuosa, aspetto che a posteriori si è rivelato il più grande rimpianto di quella eliminazione.
Il miglior esempio di forza del gruppo, oltre alla vittoria di Germania 2006, viene proprio dagli ultimi Europei: una squadra proveniente da un cammino deludente, incapace di qualificarsi ai Mondiali del 2018 e priva di veri fuoriclasse, trionfa contro ogni pronostico. E lo fa grazie a un gruppo affiatato che, partita dopo partita, ha superato squadre dove brillavano diverse stelle, dall’Inghilterra di Kane al Belgio di Courtois e De Bruyne. Sicuramente un buon auspicio per il prossimo appuntamento.