"Natole rete a la Capeccèine" iniziate le manifestazioni
Questa mattina si è tenuta la cerimonia di inaugurazione e benedizione del presepe in Piazzetta Turati. L’iniziativa, promossa dall’associazione NOIXVOI, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, si inserisce nel programma natalizio dal titolo “Natole rete a la Capeccèine”. Si tratta di un calendario di iniziative atte ad animare luoghi meno frequentati e alle volte abbandonati o degradati di Ruvo di Puglia, con il coinvolgimento dei bambini, dei giovani, delle istituzioni e di tanti che decidono di rimboccarsi le maniche.
Con le classi terze del Circolo Primario “Giovanni Bovio” si è dato vita a un laboratorio artistico condotto dalle volontarie dell’associazione tra cui Fidelia Catalano, Angela Catalano e Adriana Lobascio.
I bambini hanno lavorato con impegno, sotto la guida delle insegnanti, per decorare le sagome in legno rappresentanti la natività partendo da materiale povero e di riciclo. Le opere esposte sono sei: la Madonna, San Giuseppe, Gesù Bambino, il bue, l’asinello e l’angelo. Ognuna di queste suscita particolare interesse per i materiali con cui sono stati realizzati: foglie, cartone, pigne, segatura, ovatta, trucioli, legnetti e sughero.
Il presepe allestito è stato benedetto da don Gennaro della parrocchia di Santa Lucia e resterà esposto per tutto il periodo natalizio. Successivamente i bambini sono stati i protagonisti della piantumazione di alcuni fiori nell’aiuola presente nella piazzetta, grazie alla collaborazione del Sig. Franco Catalano. Anche questa azione ha un forte valore simbolico: si vuole insegnare a grandi e piccini a prendersi cura del proprio paese, iniziando dalle piccole cose come, ad esempio, dalla cura di un’aiuola. L’iniziativa natalizia ha lo scopo di abbinare alla tradizione del Natale, la buona abitudine del riciclo e la valorizzazione delle zone limitrofe alla scuola, luoghi che molto spesso sono sotto i riflettori per azioni vandaliche agli arredi urbani ad opera di ragazzi incuranti che un paese più bello passa dalle mani di chi lo vive.
Michele Pellicani