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“MOVENGO ITALIA” – COLF E BADANTI PERCHE’ NON REGOLARIZZARLI

“MoVengo” è l’agenzia specializzata operativa a Ruvo di Puglia e Bari che si pone come obiettivo quello di fornire validi strumenti per l’assistenza domiciliare. “MoVengo” contribuisce a specializzarti nel lavoro di assistenza adatto alla tua famiglia.

Si stima che in Italia due milioni circa di famiglie abbiano un collaboratore domestico. Un vero e proprio esercito di persone: addetti alle pulizie, baby sitter, assistenti ad animali domestici, addetti alla cucina, custodi di abitazione, giardinieri, governanti, assistenti a persone non autosufficienti, ma anche persone che svolgono mansioni di mera compagnia a persone autosufficienti, senza effettuare alcuna prestazione di lavoro. In pratica oggi una famiglia su dieci ricorre alle prestazioni di una colf o di una badante e la tendenza è in costante crescita. I motivi? Le famiglie sono sempre più in crisi (aumentano separazioni e divorzi), le persone si sentono sempre più sole, l’età media aumenta progressivamente: tutti elementi che nei prossimi anni faranno crescere il bisogno di collaboratori domestici e in particolare di badanti.

Inoltre se fino a qualche tempo fa questo tipo di lavoro era riservato esclusivamente a stranieri, da qualche anno – complice anche la crisi economica – anche gli italiani e le italiane si sono riciclati come collaboratori domestici. Un elemento però accomuna tutti i collaboratori domestici, italiani e stranieri che siano: più della metà lavora in nero e tra quelli regolarmente assunti, molti hanno un contratto per un numero di ore inferiore a quelle effettivamente lavorate. Purtroppo neppure i voucher si sono dimostrati utili a far emergere il lavoro nero.

Colf e badanti rientrano nella più ampia categoria dei cosiddetti collaboratori domestici. Nel momento in cui si decide di fruire delle loro prestazioni, si diventa datori di lavoro a tutti gli effetti e come tali si è sottoposti a tutta una serie di obblighi. Non regolarizzare la colf o la badante vuol dire esporsi a rischi di sanzioni amministrative molto pesanti: una multa da 200 a 500 euro da versare alla Direzione Provinciale del Lavoro, più una sanzione da € 1.500 ad € 12.000 per la mancata comunicazione all’Inps, con una maggiorazione di € 150 per ogni giornata di lavoro svolto in nero. Ma si potrebbe incorrere anche in sanzioni penali nel caso in cui la colf o la badante siano privi del permesso di soggiorno: in questi casi, infatti, è pevisto l’arresto da 3 mesi ad 1 anno, oltre al pagamento di una sanzione pari a 5.000 euro.

Se dunque una famiglia decide di avvalersi delle prestazioni di una colf o di una badante il consiglio è di regolarizzare le loro posizioni. Ciò anche in considerazione del fatto lo Stato consente ai datori di lavoro di dedurre, in sede di dichiarazione dei redditi, i contributi versati nell’anno, nel limite di 1.549,37 euro (rigo E23 del modello 730). Se poi si tratta di assistere una persona della famiglia non autosufficiente si può perfino godere di una detrazione del 19% di quanto corrisposto all’assistente personale, fino a un massimo di 2.100 euro. In questo caso però il datore di lavoro non deve avere un reddito superiore a 40mila euro.

Dott.ssa Anna De Palo

responsabile “MoVengo Italia”

 

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