Religione

Manifestazione per rivendicare i diritti negati da "La Buona Scuola"

Ieri, 21 giugno 2016, circa seicento docenti di religione provenienti da tutta Italia si sono ritrovati davanti al Miur di viale Trastevere a Roma in occasione del sit-in organizzato da Snadir (Sindacato Nazionale dei Docenti di Religione) per protestare contro la progressiva azione di marginalizzazione dell’insegnamento della religione derivante dalla nefasta legge 107/2015 (la cd. “Buona scuola”).
I motivi della manifestazione sono stati:

  • l’assunzione a tempo indeterminato attraverso lo scorrimento della graduatoria del 2004
  • l’istituzione di un nuovo concorso (valorizzazione del servizio prestato e dei titoli culturali),
  • la creazione della classe di concorso dell’irc,
  • la valutazione numerica dell’irc secondo le modalità previste per gli altri insegnamenti,
  • richieste di chiarimenti circa l’utilizzo improprio dei docenti del potenziamento per l’attività alternativa alla religione
  • l’applicazione o meno del comma 131 legge 107/2015 anche agli incaricati annuali di religione.
La manifestazione si è rivelata un grande successo, sia in termini di partecipazione, che di contenuti.
Grazie anche alla collaudata macchina organizzativa dello Snadir, certa che una massiccia mobilitazione di tutti gli insegnanti di religione potesse garantire effetti positivi. E così è stato.
A metà mattinata, infatti, i rappresentanti del ministero hanno chiesto di incontrare una delegazione dello Snadir per comunicare la presa d’atto da parte del ministero delle richieste del nostro sindacato. I punti emersi dall’incontro sono stati principalmente due:
  • lo scorrimento della graduatoria
  • l’attesissimo concorso per gli insegnanti di religione (valorizzazione del servizio prestato e dei titoli culturali).
Mercoledì 22 giugno, verrà inviata dallo Snadir una richiesta al Ministro dell’istruzione Giannini e al suo Sottosegretario Faraone, affinché le richieste degli insegnanti di religione siano seguite in tempi brevi da un intervento politico che permetta al Miur di trovare rapide soluzioni ai problemi suddetti e faccia rientrare l’insegnamento della religione nell’organico dell’autonomia.
Distribuito e molto apprezato dalla Delegazione pugliese e dalla Segreteria nazionale dello SNADIR il settimanale “Luce e Vita” di domenica 19 giugno, con editoriale sull’argomento.

Un pensiero su “Manifestazione per rivendicare i diritti negati da "La Buona Scuola"

  • Ed eccoci alle solite, gia la religione e un qualcosa di dubbio fondamento (illusione di alcuni e tornaconto per altri), poi ci mettiamo l’insegnamento (o forse più giusto dire condizionamento) a esseri umani felici gia senza la conoscenza di dio, e tristi dopo aver conosciuto l’assurdo di questi insegnamenti. La religione e un qualcosa di personale, ce ne sono tante (a dimostrazione che è pura illusione), e nel caso della scuola ci possono essere diversi bambini/ragazzi gia condizionati dall’appartenenza dei genitori, con diverso partito. Già perchè la religione e come la politica, ognuno sceglie di appartenere al proprio partito, come c’è chi non appartiene proprio, ed è per questo che le scelte di appartenenza devono rimanere fuori dalla scuola, la religione va eliminata dall’insegnamento scolastico perchè ci sono differenze di veduta e non si devono creare situazioni di esclusione dei bambini da determinate attività di illusionismo. Senza considerare che ci sono tantissimi non credenti che per rimanere nella massa (ignorante) assecondano gli illusi.
    Tutti i genitori nel momento in cui battezzano il proprio figlio involontariamente esercitano un abuso su minore marchiandolo di una appartenenza ad una setta che sicuramente non avrebbe voluto, il battesimo lo si fa quando il nuovo nato è adulto e sceglie da solo a quale setta/religione/partito/associazione mafiosa appartenere.

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