L’URLO DISPERATO DI ANDREA: “AIUTATEMI”
Riceviamo e pubblichiamo nota relativa alla storia di Andrea, il quale denuncia la situazione che sta vivendo.
Andrea compra la casa nel 2018.
Tale casa è stata costruita nel 1965 da una cooperativa agricola e in tale periodo ricadeva all’esterno del centro abitato.
Tutti danno per scontato che trattandosi di immobile costruito anteriormente al 1.9.1967 (data di entrata in vigore della Legge Ponte che ha reso necessario il rilascio della licenza edilizia anche nella zona agricola) e ricadendo in zona agricola non vi fosse necessità del titolo abilitativo.
Nel 2020 il Comune di Ruvo di Puglia ordina la demolizione di alcuni locali pertinenziali sul presupposto che, sebbene l’edificio sia stato costruito in zona agricola anteriormente al 1967, comunque doveva essere rilasciata la licenza di costruire perchè in virtù di un regolamento del 1955 anche la fascia di 500 metri dalle ultime case edificate rientrava nel centro abitato.
Andrea con altri vicini propone ricorso al T.A.R. Bari e all’esito del giudizio riesce a far annullare l’ordinanza di demolizione per svariati profili, l’immobile è costruito in zona agricola anteriormente al 1967, è evidente inoltre l’illegittimità del regolamento edilizio non approvato secondo le previsioni di legge.
Problema risolto? No, perchè il comune propone appello avverso la sentenza.
Sin qui, nulla di strano perchè rientra nella logica delle parti che possa esservi un appello, seppur ciò espone l’Amministrazione ad ulteriori costi in una vicenda in cui dovrebbe essere sostanzialmente neutrale.
Andrea presenta una richiesta di permesso di costruire per ristruttura la casa in cui in tutti questi anni non si è potuto trasferire, ma come se non bastasse l’Amministrazione procede anche a verificare le dimensioni dell’abitazione della casa di Andrea (costruita sempre nel 1965) e, infischiandosi dell’esito del giudizio, adotta una nuova ordinanza dirigenziale con cui gli impone il pagamento di una sanzione pecuniaria per € 5.250,00.
Seguirà ovviamente un nuovo contenzioso, una eventuale ulteriore condanna, a beneficio di chi?
Parlerei di gestione del settore “licenza edilizia” molto creativa. Estremamente severa e “punitiva” in molti casi, e di contro, con manica larga lascia fare e concede autorizzazioni anche senza ricordarsi che ci sono i diritti di terzi da rispettare; magari si annota nelle note, senza tener conto di un obbligo di verifica ed ascolto delle legittime segnalazioni.
Caro Andrea, sono una delle undici persone che ti hanno venduto la casa e non riesco a capire quali siano i problemi, la cessione dell’immobile è stata fatta davanti ad un notaio a norma di legge senza nessun sotterfugio. Io abito a Milano e leggendo questo articolo mi sono informata e sò che gli altri che hanno comprato le case nello stesso plesso, hanno ristrutturato e ci abitano senza nessun problema.
Anna De Venuto
Cara Anna, devi sapere che chi ha già ristrutturato e ci abita, ha dovuto versare la quota di €5.250 per presunto abuso edilizio perchè 2 anni fa (e quindi dopo l’acquisto delle case) il Comune ha uscito “magicamente” dei progetti (non stato dei luoghi) che si ritenevano non esistenti e risalenti al 1964 e che riportano delle presunte “irregolarità” in confronto a quanto poi costruito.
Chi ha già pagato (2 famiglie su 5) lo ha fatto perchè aveva esigenze impellenti personali ed è andato ai vecchi proprietari e ha richiesto i soldi che sono così stati costretti a pagare.
Io questa cosa non la farò almeno finchè avrò la certezza che la ragione è dalla mia parte.
Magari, informandovi meglio su tutta la questione (e magari anche contattandomi privatamente) potreste aiutarmi in questa lotta che sto conducendo contro chi richiede soldi non dovuti.
Un caro saluto.