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"LUCE E VITA" TITOLA: "REFERENDUM: VINCE IL BUON SENSO DEGLI ITALIANI, MA NON C'E' DA ESULTARE"

Lucida analisi di Luigi Sparapano, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della nostra diocesi, che sintetizza il risultato elettorale con un editoriale on-line pubblicato sul portale diocesimolfetta.it.

Il risultato del referendum rivela con immediatezza chi ha vinto. Nè Renzi, nè Berlusconi, neppure D’Alema o Grillo o Salvini…Questo deve essere chiaro a loro per primi che adesso scorrerranno sulle passerelle televisive ad appuntarsi la vittoria sul petto. Che vergogna! E noi siamo le vittime della strafottenza di chi paghiamo lautamente per “servirci”!
Non è la vittoria di qualche personaggio politico invischiato nell'”accozzaglia” (termine spregevole) di destra o di sinistra.
É la vittoria degli Italiani i quali, chiamati a scegliere con un solo Sì o un solo No una riforma complessa e complicata che gli specialisti stessi non sono stati in grado di varare nonostante il mandato avuto dagli elettori, di fronte a un pasticcio (perchè non si può contemporaneamente affermare che è una riforma pasticciata e votarla favorevolmente) hanno detto No. Eppure di riforma abbiamo urgente bisogno, dopo che diversi decenni e cambiamenti ci differenziano dal 1947. Ma proprio perchè regola identitaria fondamentale del Paese doveva essere scritta con la saggezza di chi non si schiera da una parte contro l’altra, ma insieme dalla parte del Paese. Come nel ’47. 
Agli Italiani è stata consegnata una scheda che semplicava in un breve quesito (sproporzionato rispetto al vero contenuto) una materia che ne conteneva tanti: alcuni unanimemente condivisibili altri no; è un parere personale, ma questo metodo non è sembrato un riconoscimento di responsabilità nei confronti del Popolo Italiano. Tanto coloro che hanno strumenti culturali e giuridici per decidere, quanto quelli, e sono i più, che ne sono sprovvisti (e non parlo soltanto di anziani o di ceti più poveri) hanno ricevuto una responsabilità molto più grande della capacità di esercitarla. Nessuna limitazione al concetto di sovranità popolare, ma così non va. Pacchetto intero, prendere o lasciare.
A questo si aggiungano i toni di una campagna referendaria personalizzata, strumentalizzata per altri scopi, tutta giocata sulle spalle degli Italiani. E gli Italiani hanno risposto chiaramente restituendo al mittente un compito delicato su cui non si può spaccare un Paese.
Renzi perde la “sua poltrona” avendo voluto eliminare quelle degli altri. Il rottamatore rottamato. Scelta che gli fa onore. Questo non ci lascia contenti perchè dimostra ancora una volta che in Italia è difficile modificare le cose; ma dimostra anche che un capo di Governo deve rivestirsi di caratteristiche particolari, mai presupponente, mai sprezzante degli avversari, disposto più alla sintesi che alla contrapposizione.
Egli si è dimesso e ha fatto bene, ma non c’è da esultare. Non c’è da esultare! Non si tratta del cambio del CT della nazionale di calcio, ma di un Paese che ripiomba nella instabilità politica, con tutte le conseguenze del caso. Di un Paese che non riesce a generare una classe politica affidabile. Quindi la vittoria del No si accompagna a una nuova sconfitta della Politica.
Sta alla saggenza del presidente Mattarella porre i passi giusti per riprendere il cammino e non aspettare decenni per porre mano ad un nuovo disegno riformatore che sia espressione di una ritrovata passione per il Bene Comune”.

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