LUCA MAZZONE REPLICA A VITTORIO FELTRI: “NESSUNO HA LICENZA DI UCCIDERE”
Dura replica del campione paralimpico Luca Mazzone al giornalista Vittorio Feltri per il capitolo riservato ai “cafoni ciclisti” nel libro “
“Cos’è un cafone? Un buzzurro che rutta? Chi si mette le dita nel naso? Non solo, troppo facile. Perché la cafonaggine, come la signorilità, e i costumi in generale, non sono concetti immutabili, ma cambiano con il cambiare dei tempi…” è questo l’oggetto di indagine della penna di Vittorio Feltri e dello scrittore irriverente Massimiliano Parente.
Sul proprio profilo facebook, Mazzone ha condiviso la pagina del libro nel quale Feltri si scaglia contro i ciclisti amatori che, a suo avviso, sono “abilissimi a trasgredire le regole”, motivazioni per le quali si potrebbe dare un’attenuante “al ciclisticidio”.
Passi l’ironia, ma le frasi riservate ai diversamente abili su bicicletta, davvero non meritano di essere riportate.
“Vorrei dedicarle tante frasi – replica Mazzone – verso la sua persona e i suoi avi ma poi passerei per cafone e farei il suo gioco. Caro direttore, le dico soltanto che questa volta ha superato la libertà d’espressione, quello che lei scrive, è incitamento all’omicidio stradale. In Italia siamo in un paese libero e pertanto le strade non sono proprietà esclusiva degli automobilisti, ma di tutti, nel rispetto reciproco delle leggi, appunto delle leggi. Con questo voglio dire che anche tra i ciclisti c’e’ chi non rispetta le leggi e il civile vivere comune, ma questo non dà licenza di uccidere. Stessa cosa per chi commette un omicidio stradale, nessuno ha licenza di sparare il colpevole. Chiudo con il dirle che pratico sport con le mie braccia da ormai 26 anni e 9 mesi e mi spiace per lei, continuerò ad andare per strada per ancora tanti anni, grazie al benessere fisico che ricevo dal ciclismo“.