“Lu Santo Jullare Françesco” di Pirovano tra angeli e un centro antico poco conosciuto
Nel centro antico ruvese, tra fragili angeli ri-nati dal Mediterraneo, barchette di carta e ulivi, Francesco, il “giullare di Dio”, ha ironizzato sulla durezza e insipienza umana («mondo strambo»), ha predicato tanto l’amore per tutte le creature più umili quanto la fratellanza universale e la carità.
Un Francesco diretto, deciso, “istrionico”, che nei suoi sermoni parlava col corpo – perché doveva farsi capire dai più poveri che, nella maggior parte dei casi, erano incolti – e non con la lingua dei chierici e dei potenti. A dar voce e corpo a Francesco l’attore Mario Pirovano, che ha inaugurato, ieri, la mostra evento-itinerante “Mediterraneo Senza Spettatori – Naufragi con angeli” organizzata dalla Fondazione “Angelo Cesareo” di Ruvo di Puglia.
Il monologo scritto dal Nobel Dario Fo “Lu Santo Jullare Françesco”, basato su leggende popolari e documenti storici, tradotto in un’apprezzata edizione in inglese dallo stesso Pirovano che l’ha portato nelle antiche cattedrali britanniche è stato interpretato in diversi punti poco conosciuti, quanto ricchi di storia e un po’ decadenti del centro antico ruvese, luoghi che, sino al 2 aprile, ospiteranno concerti, reading, performance teatrali e mostre fotografiche e icone di angeli, realizzate da bambini, da chi rischia di essere emarginato, da tutti coloro che vogliono dare un proprio messaggio di speranza.
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L’atrio di Palazzo Caputi, che ospita una mostra fotografica dei viaggi della mostra dedicata agli angeli su formelle di ulivo, è stato il teatro del miracolo del lupo di Gubbio, un vivido, ironico e impetuoso affresco in lingua volgare della avidità e ingratitudine umana, dove il lupo si rivela essere migliore degli uomini. Dopo una breve visita al “Forno di Peppino” in via Pomponio, illuminato da candele, luci e disseminato da immagini tratte dai disegni di Fo dedicati al “Giullare di Dio”, il cortile di Arco Municipio è stato il teatro della “Concione della guerra e della pace”, un invito del Santo alla pace “a contrario”, attraverso l’esaltazione della guerra. Proprio il luogo spinge Pirovano a invitare a realizzare un teatro diffuso, un teatro dove i luoghi caratteristici possano accogliere spettacoli. Come avviene a Edimburgo, in occasione dell’Edinburgh Festival Fringe, dove ogni luogo, anche i sedili posteriori dei taxi, diventano spazi di cultura. Pensiero condiviso da Nicola Cesareo, presidente della Fondazione, che invita a essere seminatori di bellezza e di cultura senza la necessità di raccogliere plausi, in questi posti.
Larghetto Tedone, disseminato da immagini di angeli, è lo scenario dell’incontro tra Papa Innocenzo III e San Francesco che chiede di riconoscere il suo ordine e del discorso del Santo agli uccelli, dopo essere stato cacciato dagli uomini.
Un cortile privato, all’ombra di piante, ospita il Transito di Francesco alla Porziuncola, dopo il girovagare per diversi luoghi, tra le attenzioni “interessate” dei potenti che nella dipartita del Santo, gravemente ammalato, nei propri feudi trovano una fonte di ulteriore prestigio.
La performance si conclude tra gli applausi di un pubblico vario, affascinato dalla forza e dall’intensità interpretativa di Pirovano. Sulla pagina Facebook della mostra è possibile seguire gli aggiornamenti sugli eventi che si terranno sino al 2 aprile e conoscere il progetto.