Longo: “Ci mancava la malaburocrazia all’italiana”
“Gli automatismi e le semplificazioni vanno in soffitta e la malaburocrazia ha la meglio. Così sembra che oltre ai danni alla salute che sta mietendo il coronavirus, ci si metta anche la malaburocrazia italiana a rendere durissimi questi giorni di quarantena dei piccoli imprenditori alla prese con le trappole del dl liquidità”, è quanto denuncia il vicepresidente del Consiglio della Regione Puglia, Peppino Longo che chiede alla Regione stessa di intervenire anche presso il governo, per quanto possibile, affinché si possa dipanare la matassa intricatissima che rende quasi impossibili le procedure per accedere ai fondi garantiti dallo Stato fino a 25mila euro. Stiamo parlando di ossigeno puro per le piccole aziende di servizi e manifattura che hanno dovuto chiudere le serrande e hanno disperato bisogno di liquidità”
“L’esempio riportato riguarda una piccola Srl che si è ritrovata davanti a, mediamente, 12 adempimenti che a loro volta implicano almeno altre 7 documentazioni aggiuntive. Un labirinto di carte. Si comincia chiedendo la copia degli ultimi due bilanci completi di nota integrativa, verbale di approvazione, ricevuta di deposito e dettaglio delle voci crediti e debiti commerciali e diversi. Siamo solo alla prima curva. Subito dopo, giustamente, si chiede il bilancio provvisorio al 31.12.2019 sotto forma di stato patrimoniale e conto economico. Poi si obbliga l’azienda – che nel frattempo è con l’acqua alla gola – a produrre il Durf, il Durc e il DM10. Non è finita perché si sollecita la situazione aggiornata degli affidamenti in essere con altri istituti creditizi, completa di piani di ammortamento e indicazione di eventuali moratorie già concesse. Infine il dettaglio dei debiti tributari e documentazione attestante e eventuale concessione da parte dell’Erario di moratorie e rateizzazioni. A questa trafila infernale si aggiungono poi le autocertificazioni. Si comincia dalla liquidità disponibile ovvero cassa e importo fidi non totalmente utilizzati (anche presso altri istituti). Dopo si dovranno comunicare i ricavi ripartiti su base mensile aprile-dicembre 2020, relativi a fatture emesse prima dell’interruzione attività. Il passaggio successivo riguarda i costi da sostenere su base mensile aprile-dicembre 2020, dettagliati per materie prime, sussidiarie e di consumo; servizi; godimento beni di terzi; stipendi e costi del personale; spese e oneri diversi di gestione inclusi oneri finanziari. Ma come fa una Srl che oggi non sa nemmeno se riuscirà a riaprire i battenti a fornire alla banca previsioni per il 2020? Infine, per dire, l’indicazione dei debiti di fornitura su base mensile relativi a fatture pregresse da sostenere nei mesi aprile-dicembre 2020, i piani di ammortamento dei finanziamenti in essere per i quali è stata chiesta la sospensione, le scadenze fiscali (imposte, tasse e contributi) su base mensile aprile-dicembre 2020 e le moratorie fiscali (imposte, tasse e contributi) su base mensile aprile-dicembre 2020. Ovviamente nel frattempo l’impresa è morta, uccisa non dal coronavirus, ma dalla follia italiana”.