LO SPETTACOLO DEL DERBY A CORATO: “EI SO D RIUV…”
Tempo di derby al PalaLosito di Corato: diretta alle 18.00 su ruvesi.it e il ch. 178 di Teleregione.
Derby! Scatolone incandescente di emozioni. Rovente voglia di campanilistica affermazione sportiva. Vale due punti in classifica, ma molto di più sul piano dello sfottò e della storia. A narrare, a raccontare singoli istanti che resteranno immortali e catalogheranno la contesa come la sfida di quello piuttosto che di quell’altro. La sfida tra Corato e Ruvo manca dal 2008 annata nella quale la pasta era di casa sul petto dei neroverdi, mentre l’attuale primo sponsor dei coratini era portato in giro per l’Italia dai ruvesi. Subito dopo, luce sparata per i ruvesi e salvezza perfetta nell’anno emozionalmente unico in A Dilettanti, sole prima del diluvio universale che fece piombare nel baratro le speranze cestistiche. Si ritrovarono in C Gold nell’anno in cui i neroverdi riuscirono a conquistare la B. Poi si passarono testimone e tale Benas Bagdonavicius con la Tecnoswitch pronta ad approdare nel Paradiso Cestistico. Sono nel posto che meritano entrambe pronte a far vivere ai protagonisti sul parquet e sugli spalti una serata speciale. Corato arriva a questo derby con la voglia matta di recuperare Sereni e mettersi alle spalle le negatività del passato. Ruvo con l’energia di chi vuole invertire il trend esterno. Le difficoltà molteplici per i biancoazzurri. Compattati dalle difficoltà di chi non ha dimora fissa e peregrina in cerca di emozioni. Al suo fianco una città identificata con la metafora di testa dura, “capagrossa” come quella di chi vuole provare in tutti i modi a sfatare un tabù che recentemente l’ha vista sempre sconfitta al PalaLosito. Sarà la notte di quelli che vivono il derby da tifosi veri, passionali, romanticamente innamorati della palla a spicchi. Sarà la notte di quelli che ripetono sempre che al PalaLosito non si vince e mai, ma ci crederanno fino in fondo. La notte di quelli che si è ancora in cerca di autore, ma intanto sciarpa al collo, sorriso sulle labbra e cielo biancoazzurro negli occhi. Perché in fondo “ei so d riuv e tiang la capagross, viva la banna nost, viva la banna nost”…