LO SCORSO 1 APRILE IMBRATTATA LA LAPIDE DI ROSARIO BERARDI
Lo scorso 1 aprile 2015 è stata nuovamente presa di mira dai vandali e imbrattata con una vernice nera.
A denunciare l’accaduto il figlio, Giovanni Berardi, presidente dell’Associazione Europea vittime del terrorismo. La lapide, è stata ricoperta con vernice nera come già accaduto nel settembre 2012. Era stata da poco restaurata per l’anniversario dell’attentato e consegnata alla città solo pochi giorni.
“La barbarie e la vigliaccheria conoscono – ha commentato il sindaco Piero Fassino – molti modi di manifestarsi15. La vernice si può cancellare, il ricordo di chi ha pagato con la vita la lealtà alle istituzioni certamente no. La vicinanza mia e della Città di Torino vanno alla famiglia del Maresciallo Berardi”.
Rosario Berardi è stato un poliziotto nato nel 1926 a Bari e cresciuto a Ruvo di Puglia. Aveva la qualifica di sottufficiale di Pubblica Sicurezza, medaglia d’oro al merito civile alla memoria, assassinato a Torino il 10 marzo 1978 da un nucleo armato delle Brigate Rosse durante gli Anni di piombo.
Fu ucciso da un gruppo di quattro terroristi in corso Belgio alle 7:45, mentre aspettava il tram 7. Il nucleo di fuoco brigatista era costituito da Patrizio Peci, nome di battaglia “Mauro”, che rimase di copertura sulla strada vicino ad un benzinaio armato di mitra, Nadia Ponti “Marta”, appostata per controllare l’uscita di Berardi dalla propria abitazione e segnalarne l’arrivo, Cristoforo Piancone “Sergio” e Vincenzo Acella “Filippo”, entrambi incaricati di sparare con le loro pistole, una Nagant M1895e una Beretta Serie 70. Il maresciallo fu colpito dai due brigatisti inizialmente da tre proiettili alla schiena e poi, dopo essere caduto a terra, da altri quattro proiettili al capo e al braccio.
I brigatisti, dopo essere fuggiti a bordo di una Fiat 128, rivendicarono l’omicidio con una telefonata all’ANSA alle 8:30 dello stesso giorno.