LICEO “O. TEDONE”: MISSIONE RUVO-MÜNSTER RIUSCITA
Il gemellaggio tra il Liceo Tedone e il RATSGymnasium: una coinvolgente esperienza che ha visto interagire 19 alunni della classe IV E ( lingua tedesca) del Liceo Scientifico e Linguistico “ O. Tedone”, coordinati dai docenti Angela Malerba e Pantaleo Di Terlizzi, con alunni tedeschi del Ratsgymnasium di Münster.
TERLIZZI, 2 Aprile 2017. È appena finita la domenica e il gemellaggio sta volgendo a termine. Stanchi ma felici, i tedeschi sono finalmente nel loro letto e possono riposare. È stata una giornata impegnativa: ancora sotto l’effetto della febbre del sabato sera, hanno dovuto svegliarsi e sedersi a tavola per mangiare come non mai in vita loro, nel pomeriggio ciascuno ha visitato il paese del suo corrispondente e scoperto ancora un po’ la sua cultura per poi concludere la giornata con una lunga passeggiata in campagna. Nonostante la pioggia, il sole illuminava i cuori e gli occhi luccicavano. L’amore era nell’aria, in ogni senso: Cupido ha colpito ancora e non conosce barriere linguistiche. È accaduto tutto così in fretta. L’organizzazione non è stata semplice ma gli ostacoli non erano insormontabili. È noto a tutti come l’emozione possa accelerare lo scorrere del tempo, ed infatti Marzo è arrivato (e finito) in un batter d’occhio. Tesi come corde di violino, gli studenti tedoniani volevano ricambiare a tutti i costi le belle esperienze che i tedeschi avevano offerto loro; e dicono siano riusciti nell’impresa, tramite le varie uscite e le sorprese.
È sconvolgente quanto profondamente uno scambio possa segnare una persona. Spesso si ha paura del diverso, ma il diverso è pur sempre un essere umano che merita di essere conosciuto. Non funziona così anche la vita, in fin dei conti? Non si può scegliere alcun compagno, o alcun posto in cui nascere. Bisogna avere capacità di adattamento. È una costante sfida quella di dover trarre il massimo da un breve tempo a disposizione. E trarre il massimo non è la sola cosa necessaria: ci si deve anche ricordare di dare il massimo. Un gemellaggio non si vive da soli, bensì insieme, e non basta conoscere la lingua del proprio corrispondente: bisogna condividere lo stesso tetto, a volte lo stesso letto; lo stesso cibo, che piaccia o no; gli stessi sentimenti e le stesse paure; le stesse risate e le stesse corse pur di non perdere il pullman.
Partecipare ad un gemellaggio significa immergersi nell’altro, vivere nei suoi panni e vedere con i suoi occhi. Non è un puro scambio linguistico, ma anche di culture e di cuori. Con tutti i sorrisi e con tutte le lacrime che essa comporta, è una prova di vita altamente consigliata, mirata ad una crescita interiore, alla maturità, al senso di adattamento e al rispetto, magari anche all’ammirazione.
Giovanna Giangregorio e Marina Bandura