L’EX CONVENTO DEI DOMENICANI COME MUSEO ARCHEOLOGICO CIVICO. PRESENTATO IL PROGETTO
E’ ai piedi della Torre dell’Orologio, in una calda serata di piena estate, che è stato presentato il progetto Fare museo; unico protagonista: l’ex Convento dei Domenicani.
Con parole semplici e dirette l’Assessora alla Cultura, Monica Filograno ha guidato la conferenza pubblica e illustrato il progetto già in corso in via Madonna delle Grazie.
Con lei i tecnici e progettisti del cantiere, tra cui l’archeologa molfettese Alessia Amato. Partendo da lei, l’assessora ha spiegato la motivazione della riqualificazione dell’ex convento.
Tutto ha inizio nel marzo 2019 quando, nel corso dello scavo per edilizia privata in via Alberto Mario, vengono rinvenuti i resti di un’antica necropoli. Come è ben noto, in casi di tale portata, chi per primo interviene è la Soprintendenza archeologica e molto spesso, reperti di questo tipo restano catalogati nei depositi statali.
Già in quell’occasione l’assessora confidò l’accesa voglia di studiare la possibilità di un’intesa con la Sovrintendenza stessa e le varie istituzioni, un’intesa mirata a dare visibilità al sempre più ricco patrimonio archeologico ruvese.
Da lì l’idea di un importante spazio espositivo che desse il giusto e riconosciuto valore a tutti quei reperti ritrovati nell’area cittadina.
“Il finanziamento c’era già – ha spiegato Filograno – perciò ci si diresse verso l’ex Convento dei Domenicani”.
Dunque, quel grande edificio un tempo convento, poi scuola, poi spazio culturale diventerà, oltre che Pinacoteca comunale com’è attualmente, anche un Museo Archeologico Civico. Il tutto nato dalla volontà di potenziare la propria identità archeologica e dalla possibilità di adattare a tale fine uno spazio già presente.
“Così è iniziata una storia bellissima, una storia che ci sta davvero a cuore” – conclude.
Attualmente i lavori sono già in pieno corso d’opera e proseguiranno fin quando l’edificio tornerà ad essere una pinacoteca d’arte al piano terra e, in aggiunta, un museo archeologico al primo piano.
Così è come verrà strutturato il complesso culturale che sarà. Altre le modifiche che, successivamente, ha spiegato l’ing. Salvatore Caputi Iambrenghi. Tra queste l’ingresso principale che sarà spostato in via Valle Noè per permettere l’entrata di un flusso maggiore di presenze. Ci sarà anche un bar, una biglietteria e il deposito borse. Previste anche tre grandi aule didattiche.
“Il prezioso chiostro segnerà il percorso principale della pinacoteca dedicata a Domenico Cantatore – ha aggiunto – mentre lo scalone monumentale darà l’ingresso al museo archeologico. Il tutto certamente senza barriere per i disabili che ne faranno visita. Rifatti anche il piano antincendio secondo le più recenti norme di sicurezza. – Continua, poi, fiducioso – Senza impedimenti tecnici ed economici i lavori potrebbero terminare verso novembre e dicembre di quest’anno“.
“D’ora in poi tutti i reperti rinvenuti a Ruvo, pur essendo di proprietà statale verranno custoditi qui“. Lo ha detto l’arch. Azzurra Silos Labini, funzionaria della Soprintendenza e ospite della conferenza. Felice della stretta collaborazione instaurata con il Comune di Ruvo di Puglia, ha poi ceduto la parola alla direttrice del Museo Nazionale Jatta, la dott.ssa Claudia Lucchese.
“Se il museo Jatta racconta la Ruvo ottocentesca, quello archeologico racconterà la sua storia antica – ha affermato – Quella tra il museo nazionale e quello civico sarà una sinergia che creerà un vero e proprio distretto archeologico, il tutto ovviamente a favore del turista e della città“.
Altre presenze importanti della serata sono state quelle di Sante Levante, direttore del Teatro Pubblico Pugliese, altro partner attivo dell’amministrazione comunale, e dell’archeologa Alessia Amato che ha dato il via a una lezione altamente peculiare quanto interessante su solo una piccola parte dei ritrovamenti archeologici dell’area ruvese, gli stessi che ha definito essere “un patrimonio vasto anche territorialmente e fortemente riconosciuto fuori dai confini cittadini e nazionali“.
La conclusione della conferenza è stata, come di consueto, affidata alle parole del Primo Cittadino Pasquale Chieco. “Un distretto culturale dell’archeologia ruvese mi piace – ha detto – Siamo consapevoli che questo sarà un modo per dare lustro alla nostra città e alla sua stessa unicità“.
Articolo di Ruvesi.it
Bravi per l’impegno!!!! sarà la volta buona che mi deciderò a tornare a rivisitare il mio paese appena inaugurerete il Museo.