LETTERA DI UN RUVESE ACQUISITO: “LA RUVO CHE VORREI”
Lettera di Michele del Carmine inviata alla nostra redazione per una Ruvo di Puglia migliore.
“Mi chiamo Michele del Carmine e frequento da molti anni Ruvo di Puglia per avervi trovato la mia anima gemella. La frequento assiduamente e attendo a breve di andare in pensione per trasferirmi.
A me questa città piace molto, mi sono inserito abbastanza bene, sono anche socio dei Lions Club Talos, non ho avuto nessun problema. Detto ciò, non posso però non evidenziare alcune cose che andrebbero fatte per migliorarla.
Sia chiaro senza mezzi termini: il mio non è un atto di accusa nei confronti di nessuno, così come tengo a precisare che sono un uomo di sinistra, e lo dico perché noto che esiste una sorta di tifoseria tra chi è di destra e chi di sinistra, senza perciò sforzarsi di essere obiettivi. Almeno così nessuno potrà accusarmi di fare delle osservazioni perché di fede politica diversa da quella espressa dall’attuale Amministrazione.
Partirei subito dalla pubblica illuminazione (se illuminazione possiamo chiamarla). Proprio sul corso principale di Ruvo, Corso Giovanni Jatta, di sera sembra di stare in un viale cimiteriale, poiché l’illuminazione è molto scarsa. Soltanto le luci delle vetrine dei negozi, insieme attività dedite alla vendita di frutta e verdura, la rendono meno buia. Ma se il corso lo si attraversa di giovedì, quando i negozi sono chiusi, il buio diventa pesto.
Ho sempre parlato ai miei amici e conoscenti della bellezza di Ruvo di Puglia: del “Museo Jatta”, della sua storica Cattedrale e, ahimè, del “Fu Centro Storico”, ormai in totale abbandono. Se si passeggia si incrociano tante vetrine di negozi chiusi e cartelli che parlano una brutta lingua: “Vendesi” e “Affittasi”. Un vero peccato, visto che Ruvo è anche una Città d’Arte e inserita nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia e non mancano turisti che arrivano da molto lontano per ammirarla.
Mi chiedo, e chiedo a chi di dovere, se non sia davvero possibile fare progetti di riqualificazione del centro storico? Un piano di comunicazione integrata sui canali social e digitali; utilizzare i negozi sfitti, premiare le attività commerciali e artigianali connotate da forte radicamento territoriale; definire anche un target di riferimento dei visitatori per elaborare un’adeguata offerta servizi/attività.
Si potrebbe consolidare una sinergia tra l’Ufficio SUAP e le Associazioni dei Commercianti e Artigiani per fornire supporto alle nuove attività. Si potrebbero introdurre incentivi e sgravi fiscali per chi affitta spazi commerciali a prezzi convenzionati e per chi ristruttura immobili e locali. Così come si potrebbero introdurre penalità per chi lascia sfitto, oltre una soglia temporale, l’immobile commerciale in àmbiti di pregio, o promuovere affitti a canone concordato per potenziare l’offerta abitativa.
Insomma, mi riferisco alla necessità di progettare il bello per valorizzare il territorio, che si concretizzi nella fornitura e posa in opera di diversi elementi di arredo/e o artistici in vari punti della città.
Lo ribadisco, a scanso di equivoco: il mio è un sincero atto d’amore per Ruvo e queste parole esprimono il forte desiderio di voler continuare a vivere e a far vivere il suo centro storico. È da questo amore, a mio avviso, che bisogna partire.
Spesso sento dire di furti di auto e in appartamento, una piaga che si rivela come un inesorabile segno dei tempi, ed è un altro tema da affrontare. Penso, in proposito, a progetti di videosorveglianza – non certo per fare cassa! – ma che siano l’occhio vigile sul paese; istituire un Numero Verde per denunciare in maniera anonima le illegalità; avviare un progetto per istituire i cosiddetti “Vigili di Prossimità” dislocati nei quartieri, la cui presenza trasmetta un senso di sicurezza al cittadino e, all’occorrenza, possano servire a sventare furti o danneggiamenti.
Confesso, poi, di essere sempre stato appassionato di musica, avendo anche fatto il DJ, e sono sempre stato attratto dal “Talos Festival” che ha portato a Ruvo musicisti di spessore. Ricordo di averne seguiti un paio in passato, almeno prima che frequentassi assiduamente Ruvo. Poi, purtroppo, quella manifestazione si è – per così dire – persa per strada, diventando cosa diversa da quel “Talos Festival” delle origini, quando tanta gente arrivava a Ruvo da altre città, apprezzando lo spessore del Festival e la grande qualità degli artisti.
Ricordo come, sin da giovane, Ruvo di Puglia era conosciuta per la musica, per le Bande Musicali, per i tanti musicisti del passato come Vincenzo Schittulli, Mike Pellegrini, Vincenzo Ciliberti. Tra i viventi – non potendo ricordare tutti i nomi – uno su tutti è certamente Pino Minafra, tra i grandi Pugliesi affermatisi nel mondo.
Concludo con un auspicio e una domanda. Mi chiedo, e chiedo a chi potrebbe renderlo possibile: non sarebbe bello far diventare Ruvo di Puglia una “Città della Musica”? Ne ha tutte le potenzialità, non le manca nulla, sarebbe un’attrazione maggiore potendo contare sulla creazione di eventi e giornate a tema dedicate alla musica.
Penso di aver detto quasi tutto e di averlo fatto senza alcuna venatura polemica, e ribadisco di essermi espresso così solo perché provo amore. Amore per Ruvo e riconoscenza per avermi fatto conoscere l’amore.”