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L'EMOZIONE DI MISTER DI DOMENICO: LA BERRETTI CONQUISTA IL PROPRIO GIRONE CON UN TURNO D'ANTICIPO!

Una panchina, un rettangolo verde e dei ragazzi determinati a conquistare il mondo intero. Potrebbero essere alcune frasi del trailer del film del Matera Calcio protagonista nel campionato Berretti. Una corsa ad ostacoli straordinaria che attende di conoscere il suo finale.

La Berretti del Matera Calcio ha conquistato matematicamente il primo posto nel proprio girone, battendo l’Akragas 2-1! Con una giornata di anticipo può guardare tutti dall’alto e prepararsi alle finali nazionali! Un traguardo straordinario merito del lavoro del tecnico ruvese Fabio Di Domenico e del suo staff tecnico composto anche da Mimmo Fracchiolla e Luca Mangiatordi.

La storia di questa compagine lucana si è intrecciata con quella di Mister Fabio Di Domenico che, grazie alla sua profonda conoscenza e amore per il calcio, assieme al suo inseparabile staff tecnico, ha saputo imprimere un segnale forte al campionato.

Ex calciatore professionista, alle porte dei quarant’anni, ha saputo vestire alla grandissima i panni di allenatore. Un aspetto straordinario ha accomunato sia la sua carriera da calciatore che da allenatore, ovvero il peso che ha dato alla cosiddetta “gavetta”, in un mondo che ha quasi dimenticato che per raggiungere gli obiettivi si debbano fare sacrifici.

Fabio in attesa di conoscere il finale possiamo affermare che questa è stata una stagione fin qui straordinaria: te lo aspettavi?

“Sì è una stagione positiva che vorremo far diventare straordinaria giocandoci le nostre possibilità per le finali nazionali. Credo sempre nel lavoro come unico mezzo per raggiungere un obiettivo. Rabbrividisco quando si parla di fortuna perchè ci credo poco e niente, considerando applicazione impegno e voglia di mettersi in discussione continuamente, i passi da muovere per la ricerca del successo. Credo che queste siano le componenti che fino ad ora ci hanno fatto vivere una stagione da protagonisti assoluti di questo torneo”.

Le cronache raccontano di una squadra che ha le tue sembianze: corsa, grinta, carattere! Il pregio che apprezzi di più di questa squadra?

“Corsa grinta e carattere sono aspetti imprescindibili nel contesto squadra, ma a questi aggiungerei organizzazione e cultura del lavoro. La parte più difficile non è insegnare calcio con ragazzi di 17/18 anni, ma fargli capire come a questa età bisogna avere delle priorità e che se voglio provare a fare il calciatore devo necessariamente sacrificare qualcosa che gli altri miei coetanei si potranno concedere. In quest’ottica diventa fondamentale il rapporto e l’empatia che si instaura con i tuoi ragazzi, importante per far passare il concetto che dopo la scuola, io vivo in funzione calcio”.

Parliamo un po’ della tua carriera di allenatore, quando hai capito per la prima volta che la tua nuova “casa lavorativa” sarebbe stata la panchina?

“Ho sempre guardato con curiosità tutti gli allenatori che ho avuto la fortuna di avere, cercando di prendere da loro il meglio che mi potessero dare e analizzandone la capacità comunicativa. Nel mio ultimo anno calcistico ho avuto la fortuna contestualmente di allenare una squadra juniores e in quell’anno ho capito che i ragazzi mi seguivano con entusiasmo , curiosità e voglia di imparare, e che forse stavo riuscendo in quello che era il mio intento: farli divertire, imparando a giocare a calcio”.

Cosa ami di più di questo mestiere?

“Di questo mestiere amo il contatto con la gente, la possibilità di comunicare con i ragazzi, divenire un riferimento per le problematiche extracalcistiche, e poi sono un uomo di campo per cui adoro stare li su quel rettangolo verde e vedere come le tue idee prendono forma attraverso il lavoro meticoloso e applicato dei ragazzi









”.

Il momento, invece, più bello della tua carriera di calciatore.

“Il momento più bello della mia di calciatore sono stati gli anni trascorsi a Giulianova e quindi il mio esordio in c1 con un gruppo fantastico e poi la vittoria del campionato a taranto nel 2005/06 con una cornice di pubblico domenicale dai 10000 fno alle 28000 persone della finale playoff”.

Cosa ti aspetti dal tuo futuro lavorativo?

“Non sono abituato a fare progetti a lungo termine. Lavoro per migliorarmi continuamente ed imparare quante più nozioni possibili nella convinzione che tre sono le doti di un buon allenatore ; la personalità, la facilità di parola e la conoscenza, che rende credibile le prime due.” Alla fine della stagione valuterò con calma le possibili situazioni”.

Dai un titolo a questa stagione.

“Il titolo a questa stagione potrebbe essere una canzone di Limahl “The Never Ending Story” perchè credo che questa potrebbe essere una storia infinita pur sapendo che arriverà il momento di salutarsi”.

In bocca al lupo, mister.

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