L'EDITORIALE ON-LINE DI "LUCE E VITA": "UN SORSO DI UMANITA'"
E’ firmato da Angela Paparella l’editoriale on-line di “Luce e Vita”, settimanale diocesano.
Non ci capacitiamo ancora della strage ferroviaria che ha colpito la nostra Puglia, i luoghi della nostra quotidianità, le persone come noi e a noi vicine, che hanno condiviso l’ordinario faticoso e costruttivo della vita, sognando e progettando naturalmente un futuro, come è tipico della natura umana.
Il futuro di un ragazzo adolescente che sogna di diventare musicista, quello di una donna che vuole mettere su famiglia, quello di un capostazione che, dopo anni di onorato servizio, pensa ad una prossima, tranquilla pensione. E poi all’improvviso il nastro si spezza, non si svolge più lento e fluido, si interrompe il film. Allora ci attanaglia lo sgomento per la casualità, che ha salvato alcuni e non ha risparmiato altri, le proporzioni di una tragedia che si poteva evitare, il senso di colpa pesante e devastante della responsabilità, l’assenza improvvisa e lacerante di tante vite.
E mentre ci interroghiamo in silenzio su tutto questo, ecco una nuova, assurda, impensabile strage a Nizza, frutto di una lucida pazzia, di un disegno di morte mirato quanto folle. Di nuovo morte, di nuovo sangue, di nuovo dolore. Di nuovo colpita una quotidianità per vivere la quale non puoi fare a meno di uscire, vuoi per lavoro, vuoi per svago, di incontrare gli altri, di stare in mezzo alla gente.
Di nuovo ci sentiamo fagocitati dallo sgomento, sospesi nell’immobilismo attonito che non vuole cedere il passo alla consapevolezza di quanto è successo, perché è una consapevolezza troppo dura da accettare, va oltre il nostro immaginario, la nostra sopportazione dell’orrore. In quella bolla di sospensione, ci chiediamo tutti:- E adesso? Che fare? Dove ritrovare la forza per progettare ancora il futuro?
La risposta c’è, ed è l’incredibile forza racchiusa nella nostra umanità. Quella umanità che spinge ciascuno a recarsi in ospedale, in fila, aspettando di donare il sangue; quella umanità che regala gesti di solidarietà e vicinanza nel consolare, accompagnare, lenire la sofferenza, assolutamente spontanei ed impensati. Quella umanità che ci fa riscoprire comunità, non importa se locale o internazionale, comunità che insieme chiede giustizia, ma soprattutto tanto tanto rispetto per la vita umana. Quella umanità che da subito va educata, sensibilizzata e deve portare a prenderci cura gli uni degli altri, a coltivare il nostro essere Persone, che riconoscono negli altri delle Persone.
Solo così la notte diventa un po’ più chiara. Solo così c’è futuro.