L’editoriale di “Luce e Vita”: “Tu cosa cerchi nella tua vita? Dillo, ci farà bene ascoltarti”
L’editoriale di “Luce e Vita” di questa settimana è firmato da Massimiliano Fasciano.
«Cerchiamo di essere ascoltati e non solamente di essere spettatori nella società, ma partecipanti attivi… Cerchiamo una Chiesa che ci aiuti a trovare la nostra vocazione, in tutti i suoi significati… Abbiamo bisogno di rivitalizzare il senso di comunità che ci guida a un senso di appartenenza… Abbiamo troppa paura, e alcuni di noi hanno smesso di sognare… Non abbiamo neanche più l’opportunità di continuare a sognare… Vogliamo anche preservare la nostra identità culturale e evitare l’uniformismo e la cultura dello scarto… Vogliamo un mondo di pace, che tenga insieme un’ecologia integrale con una economia globale sostenibile».
Un susseguirsi di confidenze particolarmente sincere, una catena quasi interminabile di stimolazioni emerge dal documento finale del pre-Sinodo. Dai 5 continenti, 315 giovani presenti a Roma e 15000 in diretta web, hanno risposto all’invito di Papa Francesco a partecipare ad una riunione presinodale, tenutasi dal 19 al 24 marzo scorso. È la prima volta nella storia dei Sinodi, che un Papa ha dato spazio alle voci del popolo attraverso una riunione apposita. Tu cosa cerchi nella tua vita? Dillo, ci farà bene ascoltarti!, esortava il pontefice nell’avvio dei lavori della stessa, attraverso il suo stile comunicativo, diretto e informale. Al termine della settimana di confronti e gruppi di studio, un documento molto chiaro, semplice e discorsivo, è stato consegnato ai Padri sinodali, ed è fruibile su internet dall’apposito sito del Sinodo. Un documento, che non è privo di interessanti spunti anche pastorali espressi dai giovani coi verbi più semplici della comunicazione: desideriamo, chiediamo, riteniamo, auspichiamo, ecc..
Il nostro anno pastorale in corso, oltre ad essere stato incentrato sul 25° dies natalis di don Tonino Bello e la visita del Santo Padre, ha anche dato spazio ad una riflessione sul mondo giovanile diocesano.
Tra le attività diocesane svolte, tipiche del Servizio per la Pastorale giovanile, è bene ricordare: la “lectio divina” nei tempi forti, gli esercizi spirituali per giovani, il concorso “Con don Tonino sul passo dei giovani”, l’ascolto dei giovani nelle scuole superiori (quest’ultimo in collaborazione con l’ufficio scuola e alcuni sacerdoti giovani), la giornata diocesana dei giovani, la formazione degli animatori di oratorio e, per finire, le Ecclesiadi, giunte alla XII edizione.
Ma se il fare ci fa sentire ‘vivi’, non sempre questa vitalità è frutto di una riflessione collegiale nelle singole parrocchie. Una riflessione che, come ricordava don Tonino ben 30 anni fa, ci spinga a «servire i giovani, considerali poveri con cui giocare in perdita, non potenziali ricchi da blandire furbescamente in anticipo. Significa ascoltarli. Deporre i panneggi del nostro insopportabile paternalismo. Cingersi l’asciugatoio della discrezione per andare all’essenziale».
(I piedi di Giovanni, 5 marzo 1989).
Per questi motivi, la nostra riflessione diocesana non può fermarsi alle parole scritte in una lettera pastorale o all’elenco delle attività svolte dai soliti “nostri” giovani presenti nelle parrocchie, ma, con coraggio, passione e generosità, è necessario spingersi oltre, attuando un attento discernimento, per poi andare nelle scuole, nelle piazze e nei luoghi di lavoro per mettersi in ascolto dei giovani.
Al pre-Sinodo anche Papa Francesco si è posto in linea con le parole di don Tonino: «Mi sembra che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti».
La prossima assemblea pastorale diocesana, (giovedì 21 giugno presso l’auditorium “Regina Pacis”, con inizio alle ore 19.30) si colloca perciò su questa linea di pensiero.
Abbiamo affidato a Debora Aglietti, suora apostolina e pedagogista, la riflessione sul tema: Investire sulla fragilità dei sogni. La Chiesa a servizio dei giovani.
All’assemblea sono invitati gli operatori pastorali parrocchiali e soprattutto i rappresentanti dei giovani delle comunità parrocchiali e delle associazioni giovanili cittadine e diocesane.
Sono convinto che la nostra Chiesa non cambierà con un’assemblea, un convegno e un biennio pastorale di riflessione e attività, ma spero si innesti in tutti il desiderio di un dialogo narrativo coi giovani, fatto di pazienza e tempo speso con loro. Rimarremo più felici per aver coltivato oggi l’orto delle coscienze del domani.