L’editoriale di “Luce e Vita”: “Sorella morte corporale”
Il numero che ci introduce nella Settimana Santa costituisce uno strumento di meditazione.
Il tema generatore è Sorella morte corporale. Certo, vogliamo guardare in faccia sorella morte, quella di cui non amiamo parlare perché ci ferisce, mutila i nostri affetti, sancisce solitudini, annega le parole.
Ma la guardiamo con gli occhi di chi l’ha vista molto vicina a sè: quella dei sacerdoti nelle innumerevoli esequie celebrate soprattutto in questo anno; di un congiunto che perde la parte migliore di sè; o di una famiglia che non può che solo per pochi istanti contemplare il minuscolo volto di un nascituro. O, infine, di un medico che con la morte deve lottare giorno dopo giorno, salvo trovarsi ad arrendersi quando lei prende il sopravvento.
Vogliamo guardare in faccia la morte, chiamandola sorella. Scolpita nel volto e nel corpo di nostro Signore Gesù, reso plastico nella statuaria del Cristo morto che avremmo portato in processione. E con il linguaggio poetico le diciamo che non tocca a lei l’ultima parola.