L'EDITORIALE DI "LUCE E VITA": "Quando il lavoro consente l'integrazione "
L’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di persone diversamente abili (diversabili) sono obiettivi cui le istituzioni hanno cercato di dare attuazione nel corso degli ultimi anni. Ci sono una serie di normative a riguardo che prevedono modalità di collocamento mirato e interventi specifici per colmare la posizione di svantaggio nei confronti dei lavoratori “normodotati”.
Ma nonostante gli indubbi progressi realizzati dalla nostra società nella percezione e nella tutela dei soggetti diversabili, la realtà di queste persone attende tuttora un pieno riconoscimento. La promozione di una vera e propria cultura dell’integrazione dei diversabili è infatti un traguardo irrinunciabile per una società che aspiri realmente a garantire le condizioni essenziali di uguaglianza per tutti i suoi cittadini ed in tutti gli ambiti socio-culturali.
Molte sono le associazioni di promozione sociale che operano in questo ambito della disabilità con gli obiettivi di stimolare la ricerca, fornire spazi di ascolto, sostegno e orientamento ai soggetti diversabili, attivare corsi di formazione-istruzione-avviamento al lavoro; attività che devono essere integrate da azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte ai soggetti “normodotati”.
Ci soffermeremo a discutere di questo nel convegno organizzato dall’ufficio di pastorale per i problemi sociali e il lavoro, dall’equipe del progetto Policoro e dall’ufficio di pastorale per la salute diocesani il prossimo sabato 7 marzo alle ore 10 presso la sala Finocchiaro a Molfetta (relatori e temi nella locandina).
L’obiettivo del convegno è quindi quello di creare un raccordo con le organizzazioni rappresentative delle persone diversabili, con le organizzazioni di volontariato, delle parti sociali, e con le formazioni della cittadinanza attiva per la promozione e il coordinamento di interventi in favore delle persone diversabili finalizzati all’avviamento e inclusione nel mondo del lavoro. Un’occasione importante per confrontarci su disabilità e lavoro, binomio possibile ed in continua evoluzione; un modo concreto per declinare quella “pedagogia dei gesti” che, soprattutto in questo anno, la nostra diocesi vuole mettere in luce.