Le vibranti opere tattili di Serena e Pietro Ursi a “Un Dialogo nel Buio” di Milano
Buio totale. Solo rumori, suoni, profumi, sfioramenti, tocchi.
Gli artisti Serena e Pietro Ursi, i Serenè Artdesign, sono entrati in una stanza muniti di un bastone bianco sotto la guida di un non vedente per immergersi nella realtà di chi non conosce, o non può più vedere, colori ma vive il mondo attraverso gli altri sensi.
E’ questo è stato uno di quei momenti in cui hanno compreso l’importanza della loro opera, la preziosità dei “quadri tattili” che incarnano l’universalità dell’Arte, laddove l’universalità è intesa come concreta appartenenza a tutti.
I due artisti pugliesi, il 5 luglio 2016, hanno fatto il loro ingresso nella stanza di “Un Dialogo nel Buio”, uno spazio di 700 mq all’interno dell’Istituto dei Ciechi e Ipovedenti di Milano.
“Dialogo nel buio” (Dialogue in the Dark) è una mostra che nasce dall’idea di Andreas Heinecke, giornalista tedesco al quale fu chiesto di sviluppare un programma formativo per un collega non vedente. Era il 1986: Andreas rimase turbato e al contempo affascinato dal mondo dei non vedenti tanto che inventò questa mostra che dal 1988 ha fatto il giro in tutti i musei del mondo.
Nel 2003 fu allestita a Palazzo Reale di Milano e dal 2005 è diventata una struttura permanente all’Istituto dei Ciechi e Ipovedenti di Milano.
Lo scopo di “Dialogo nel buio” è quello di far vivere a coloro che hanno il bene della vista il mondo dei non vedenti e ipovedenti, ossia il mondo che si vive quotidianamente e, a volte, distrattamente attraverso il “sentire”. E molti escono dalla stanza trasformati, cambiati e capaci di godere pienamente del mondo e della vita.
La loro presenza è stata preziosa e significativa dal momento che hanno “mostrato” le loro opere d’arte a coloro che non hanno il bene della vista, hanno fatto percepire e sentire sfumature, ombre, movimenti drammatici o gentili attraverso il tatto.
Un paesaggio campestre, “L’urlo” di Munch con tinte pastello, le rose rosse che sono il loro marchio distintivo di fabbrica e poi “I sentimenti”, rivisitazione della loro opera “La violenza sulla donna” che raffigura un volto di donna su uno sfondo frantumato, a pezzi. Ma alla fine ella risorgerà più forte.
Francesco Lisi, non vedente e Presidente dell’Istituto Ciechi e Ipovedenti di Milano, e Marinella Monachella, ipovedente e Responsabile di “Un Dialogo nel Buio”, hanno toccato e ammirato le opere di Serena e Pietro, si sono commossi nello sfiorare la ruvida superficie del paesaggio campestre, o la dolcezza del volto di donna de “I sentimenti”, quadro la cui mostra perenne avrà luogo e modo negli spazi di “Un Dialogo nel Buio” mentre le altre loro opere saranno conservate nel Museo Storico dell’Istituto.
“E’ stata un’esperienza bellissima e toccante dalla quale ritorniamo cambiati” – racconta Serena – Noi diamo per scontato il bene della vista e tutti gli altri sensi”. “Tuttavia, dopo l’esperienza nella stanza buia, ci siamo resi conto – prosegue Pietro – di quanto il “sentire” con gli altri sensi ti faccia vivere intensamente ogni minuto della vita!”
E soprattutto fa cogliere l’importanza e la grandezza della vostra arte tattile, Serena e Pietro.