LE TESTIMONIANZE DEI RESIDENTI: "HO UDITO UN FORTE BOATO"
Sbigottimento. Angoscia. Paura e incertezza negli occhi degli inquilini della palazzina IACP di Via Domenico Andrea Spada 2 e delle palazzine di Via Corato 76, fatte evacuare, per ragioni di sicurezza, su ordinanza del Sindaco a seguito del crollo del muro di contenimento della palazzina IACP sito tra Via Fleming e Via Spada.
Michele, uno degli sfollati, parla piano e sottovoce “Stamattina, verso le 6, ho udito un forte boato…sono uscito e ho visto questo spettacolo che a nessuno auguro di vedere mai”. Si blocca e poi, mestamente, si scusa e rientra in casa per prendere tutto quello che gli sarà utile per trascorrere molte ore fuori. Almeno fino a quando la zona non sarà messa in sicurezza, consentendo agli abitanti degli appartamenti evacuati di ritornarvi.
Alcuni non vogliono parlare, troppo stanchi od occupati a raccogliere gli oggetti personali. C’è chi chiede informazioni all’Ispettore dei Vigili del Fuoco, Ferrante, che rassicura che si sta facendo di tutto per ripristinare lo stato di sicurezza e agibilità degli edifici che insistono vicino alla zona del crollo.
Il geologo Angelo Ruta, al quale chiedo che misura urgente si intenda adottare , risponde che si potrebbe “costruire un muro di contenimento su pali, ma è solo un’ipotesi”.
Gli abitanti della palazzina IACP di via Spada 2 sono addolorati e arrabbiati: “Siamo abbandonati a noi stessi!” esclama Mauro – “Mancata pulizia di strade, disservizi di ogni genere e ora ci tocca subire questo. Stamattina ho udito un rumore molto forte e ho visto questo spettacolo! L’acqua arrivava fino al livello del piano rialzato!”.
Gioacchino, padre di un bimbo di 3 anni, aggiunge “Ma le pare possibile che, con una strada in pendenza come questa, ci sia un solo pozzetto?”. E infatti , vicino al muro che separa via Spada dalle palazzine di Via Corato, c’è una sola apertura di accesso alla fognatura nella quale confluisce tutta l’acqua piovana. Gioacchino è arrabbiato: “Non posso neanche prendere gli oggetti personali di mio figlio, dal momento che ci è stato vietato di entrare in casa fino a quando tutto non sarà messo in sicurezza!”.
“Non sappiamo dove andare! Dove mangeremo? Dove dormiremo?” grida Alberto che allestisce su una panchina di pietra il proprio pranzo portato dai Servizi Sociali.
Molti di loro devono anche curarsi e, durante l’evacuamento, non sono riusciti a prendere i medicinali. “Non ho potuto prendere neanche la sedia a rotelle di mia madre, molto anziana. – mi dice una signora – Un tempo, nella parete c’erano due aperture da cui l’acqua piovana defluiva, ma con la costruzione di nuove palazzine si è avvertita la necessità di chiudere tutto e questo non va che a nostro danno. Se penso ai sacrifici che i miei genitori hanno fatto per comprare questa casa!”.
“Si ricordano di noi solo in occasione delle elezioni e poi…spariscono! Ora siamo alla ribalta, ma si ricordino di noi sempre! Risolvano i nostri problemi!” aggiunge un altro residente.
Veronique Fracchiolla
Stagista c/o ruvesi.it – Double P Communication