LE LINEE PROGRAMMATICHE DELLA PRESIDENZA DI MICHELE EMILIANO
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha consegnato questa mattina al presidente del Consiglio regionale le linee programmatiche (già inviate e pubblicate a cura del Servizio stampa del Consiglio)
Di seguito un estratto del suo intervento in aula:
“Questa Giunta – ha detto Emiliano rivolto ai consiglieri regionali − si sottomette, secondo le regole dello Statuto, al Consiglio, consapevole di avere un ruolo meramente esecutivo di questo programma. Il programma ha una sua particolare sacralità, perché è stato realizzato attraverso un grande processo di partecipazione attiva dei cittadini ed è stato soggetto, oltre che a sette Sagre del Programma, ciascuna frequentata da centinaia di persone, ad un ulteriore momento deliberativo. Poi, è stato sottoposto alle forze politiche della mia coalizione che hanno apportato piccole modifiche, ma di assoluta coerenza con l’impianto fondamentale.
E, infine, è stato sottoposto al voto dei pugliesi, e quasi 800.000 lo hanno validato votandolo. Ve lo consegno, perché questa è la cosa più importante che vi porto in dote oggi come nuovo Presidente dalla Regione Puglia. Non vi porto teorie politiche. Io sono semplicemente un servitore dello Stato. Solo undici anni fa non sapevo neanche dove si entrava nel Comune di Bari, non sapevo neanche come funzionasse un’Assemblea di un Comune o di una Regione.
Ero uno dei tanti italiani che cercava di servire questo Paese al meglio delle sue possibilità. Soprattutto, l’ho fatto – la mia maggioranza lo sa –, dovendo scontare un periodo di apprendimento.
Spero che la Giunta mi aiuti in questo processo di continuo apprendimento e di trasformazione di una persona normale, come ce ne sono a milioni, in un soggetto politico che ha delle responsabilità maggiori. Questo programma traduce una visione di questa Regione sulla quale abbiamo giurato anche prima, durante la campagna elettorale. Lo abbiamo detto chiaro: questo programma viene consegnato all’Assemblea legislativa perché sia attuato attraverso la funzione che gli è propria, quella legislativa, e che noi cercheremo di agevolare con le nostre istruttorie. Lo faremo consapevoli che gli organi istruttori dell’esecutivo non sono di proprietà del Presidente e devono essere messi a disposizione di ciascuno di voi perché l’esame e la strutturazione dei disegni di legge, che trasformeranno questo pezzo di carta in vita vissuta, in reale cambiamento della Regione, possano svolgersi consentendovi una piena attività e partecipazione.
Una delle cose che vorrei fare da subito infatti è far partecipare questa Assemblea – non perché non sia accaduto in passato – pienamente di tutte le visioni che sono contenute in questo programma.
Ecco perché ho detto dall’inizio di non dare troppa importanza alla Giunta o al ruolo che svolgeremo negli anni (spero) prossimi, perché avrete uno spazio grandissimo, soprattutto nella testa di ciascun componente della Giunta e, se mi permettete, anche nella mia, per quello che vale. Sono assolutamente convinto che questo programma sia irrealizzabile senza un’organizzazione dei lavori del Consiglio in cui il tempo evidentemente non può essere una variabile indipendente. Non è compito mio farlo, ma se ho capito bene leggendo le regole che fanno funzionare questa Assemblea, è un compito abbastanza duro, quello di dare al tempo della effettuazione dei nostri lavori una corrispondenza con il tempo delle persone. Dovete provare a pensare al concetto di accordare uno strumento musicale, o addirittura di mettere insieme un’orchestra. Dobbiamo suonare con il popolo italiano e con il popolo pugliese. Se suoniamo in ritardo, i tempi dello spartito danno note stonate che sono probabilmente la vera ragione della non partecipazione, che nessun populismo riesce a cambiare. Non ci sono estremismi che possano sovvertire il fenomeno, che pare inarrestabile, della non partecipazione al voto, se non uno solo: entrare in connessione sentimentale con la realtà della vita quotidiana dei nostri concittadini e tentare di rendere quella vita, spesso faticosa, migliore. La vita rimane bellissima, ma è una lotta che, senza l’aiuto delle istituzioni, è impossibile”.
“Ho giurato sulla Costituzione e abbiamo giurato sullo Statuto perché crediamo nelle istituzioni, nel significato di quel tricolore che è sui vostri banchi. Ci siamo posti il problema di come andare avanti, nell’ottica della Costituzione repubblicana, in modo tale da dare a ciascuno la possibilità che quei princìpi di eguaglianza, di giustizia, di buon andamento della pubblica amministrazione e di imparzialità possano incarnarsi negli atti quotidiani che svolgiamo. Il Consiglio ha davanti una prateria, può fare realmente di tutto se lo vuole. Non vogliamo che l’Esecutivo prenda il sopravvento. Nella struttura costituzionale il vuoto non esiste. Nella struttura statutaria della Regione Puglia il vuoto non esiste. Se c’è un vuoto qualcuno lo riempie. Se voi non riempirete quel vuoto, l’Esecutivo naturalmente finirà per invadere il vostro spazio. E dovete impedirlo non solo parlando al microfono ma impostando l’esecuzione di questo programma, che vi dico subito è integrabile, innanzitutto attraverso la legge sulla partecipazione che vi proponiamo di strutturare e di approvare. È integrabile perché noi siamo certi, come ogni programma di vita o pianificazione strategica di un’azienda, che non esista nulla di immutabile. Certo, non si può mutare a seconda delle convenienze. Avere un programma vero, avere una pianificazione strategica dell’attività dell’Esecutivo, avere una pianificazione delle attività politiche del Consiglio consente di evitare un fenomeno secondo me negativo nel quale improvvisamente di fronte a una necessità di un qualunque interesse privato le assemblee tentano di adeguarsi agli interessi privati.
Vogliamo provare a evitare questo processo? Vogliamo provare a consentire all’Esecutivo di invertire un po’ le parti, lo dico soprattutto agli esponenti del Movimento 5 Stelle, per i quali è noto io ho un particolare interesse, curiosità. Invertiremo le parti, perché probabilmente sarà l’Esecutivo a incalzare l’Assemblea e a chiedere all’Assemblea di seguire il ritmo giusto, e di superare anche le naturali diffidenze. Io per primo avevo un tempo una convinzione giovanile che il mondo fosse facile da dividere per categorie. Poi man mano con l’esperienza ho anche capito che il bene e il male convivono in questo “legno storto” che è l’uomo, difficile da raddrizzare una volta per tutte e che richiede manutenzione quotidiana, applicazione, grandissimo sforzo e soprattutto senso di umanità, di comprensione e di rispetto nei confronti di tutti gli altri che probabilmente hanno nel cuore le stesse cose che ciascuno di noi ha, e noi spesso non abbiamo il diritto di pensare di essere diversi dagli altri.
Questo clima che voi vi proponete oggi, me lo avete proposto chiaramente nei vostri interventi, un clima di collaborazione fondato sul programma e sulla possibilità di integrarlo assieme agli uomini e alle donne della mia Giunta in modo tale che esso si realizzi. È finita l’epoca nella quale qualcuno si fa eleggere Presidente per fare una cosa diversa da cio che è previsto nel programma. Questo lo voglio dire anche per rassicurare tutti. Qui si esegue il programma e lo si riempie di politica, quella con la “p” maiuscola, attraverso un’attività fatta di cose concrete, non di conferenze stampa nelle quali presentiamo disegni di legge strepitosi che poi nessuno applica.
L’Esecutivo avrà poi il compito, dopo che voi avrete messo a punto gli strumenti, di fare in modo che una buona legge produca anche effetti concreti. Dobbiamo evitare, per esempio, fenomeni di sfruttamento della manodopera nelle campagne, che si verificano pur avendo in Puglia una delle leggi più moderne e, credo, premiate d’Europa, quella legge poi qualcuno la deve fare funzionare. Non sono qui per accontentarmi di un voto di questa Assemblea, perché quello è solo l’inizio di un processo che deve, ripeto, cambiare la vita delle persone.
La nuova legge sulla partecipazione ci consentirà anche di fare quello che si fa in qualunque posto dove l’efficienza ha un significato, cioè capire quanti risultati portiamo a casa, soprattutto noi dell’Esecutivo. Il problema non è solo spendere i soldi, ma i risultati ottenuti con quegli investimenti. È possibile che, per esempio, in una situazione molto difficile come quella dell’Ilva, che avrebbe avuto bisogno di grande interlocuzione, attenzione, “ambientalizzazione” non siamo riusciti mai a interloquire con questo luogo chiuso che non si è mai fatto controllare neanche facendosi finanziare. Perché era tale il terrore che noi mettessimo il naso lì dentro che non ci hanno mai chiesto neanche i soldi per fare processi di riambientalizzazione e di innovazione. Vorrei che con la legge sulla partecipazione ci riconnettessimo con i pugliesi. Noi ci dobbiamo riconnettere sulla loro lunghezza d’onda. La loro lunghezza d’onda sono anche le aziende che devono produrre, che devono risolvere problemi quotidiani. Devono per esempio trovare i Consorzi di bonifica – lo dico chiaramente – efficienti e funzionali.
Adesso voi pagate.
Certo, se non si paga, il meccanismo non riparte, questo lo so anche io. Però, quel problema è lasciato lì da quante legislature? Guardo l’ex assessore al bilancio. Da quattro legislature? Il buco a quanto è arrivato, a 500 milioni? Ormai la situazione nella quale comincia questa legislatura, signori consiglieri e signore consigliere, è drammatica. Noi possiamo metterci la giacca e la cravatta, possiamo sorridere, possiamo cercare di fare coraggio, però dobbiamo prendere atto, qualunque problema tocchiate, che siamo seduti su una serie di questioni che sono molto spesso più grandi di noi e contro le quali dovremo combattere. Non dobbiamo limitarci a dire “Siamo la Regione più bella del mondo secondo il National Geographic”. Questo riconoscimento, come tanti altri, è importante, ma non basta. Il mio compito è stabilire in che maniera riusciamo a evitare che la gente si ammali di tumore, perché pare che qui si ammalino in numero superiore che in altre Regioni.
Non lo so, può darsi che sia un dato sbagliato, può darsi, consigliere Casili, che io e lei crediamo al dottor Di Ciaula e siamo degli ingenui, però se fosse vero e se davvero quei dati fossero confermati, possiamo rimanere seduti qua dentro a far finta di niente? Non è possibile. È assolutamente chiaro ed è il motivo per il quale intendo lavorare con un metodo molto simile al mio mestiere precedente: fare delle istruttorie e prendere delle decisioni. Credo nell’approccio scientifico alla decisione politica, e nell’importanza di informare le persone in dibattiti pubblici, coinvolgendo i Sindaci. Comincia per noi un percorso di apprendimento nel quale dobbiamo evidentemente sostenerci in modo reciproco. E i 258 Sindaci pugliesi saranno fondamentali per ispirare la nostra funzione legislativa.
Possiamo ispirare la nostra legislazione attraverso la connessione con gli altri soggetti che hanno ruoli istituzionali importanti; possiamo ritornare a parlare con i corpi intermedi; possiamo ritornare ad utilizzare il termine concertazione. Vorrei essere molto meno un capo politico e molto di più un soggetto che vi rappresenta nel vostro insieme.
L’aver vinto con il margine di vantaggio forse più grande della storia della Puglia, vuol dire che la nostra responsabilità è grande. Ma sono anche consapevole dei risultati che ciascuno di voi ha ottenuto, anche nelle opposizioni, che è la prova del ruolo che svolgete nelle vostre comunità. Tutto questo, dal mio punto di vista, deve poi esprimersi anche in atti simbolici di Consiglio, quindi atti legislativi. A cominciare da una nuova legge elettorale che dobbiamo strutturare in modo da garantire la rappresentanza di genere. Non essere riusciti come Centrosinistra a eleggere delle donne determina una responsabilità politica che mi assumo come leader della coalizione. Adesso abbiamo l’opportunità di scrivere una pagina nuova. Così come vorrei che la legge elettorale rendesse anche più economiche le campagne elettorali. Per evitare che quelli che hanno molta disponibilità di danaro prevalgano su quelli bravi, su quelli che hanno connessione nel territorio e sono in grado di rendersi utili alle proprie comunità. Poi c’è un’altra cosa che servirà a dare prestigio all’Assemblea, ossia dividere il ruolo legittimo del lobbista da quello del soggetto politico.
Credo che capiti che alcuni portatori di interesse legittimi, finiscano, in mancanza di altre possibilità, per tentare di far valere il proprio punto di vista, sia nell’attività legislativa che nell’attività dell’Esecutivo, attraverso i consiglieri regionali di riferimento, i quali vengono costretti ad un’attività sfibrante e potenzialmente pericolosa dal punto di vista dell’immagine, cioè quella di essere contemporaneamente l’incarnazione del principio di imparzialità della Pubblica Amministrazione, secondo l’articolo 97 della Costituzione, e coloro che devono introdurre poi nelle procedure il punto di vista dell’interesse privato.
Vogliamo provare a distinguere? I cittadini pugliesi ci hanno chiesto di fare una legge che consenta la costituzione di un albo dei lobbisti e contemporaneamente di adottare delle norme che rendano non possibile, o comunque regolare, l’attività di contatto tra il legislatore e i portatori degli interessi privati. È una cosa rivoluzionaria? Non credo. Penso che molti di voi, per quanto io possa conoscervi, già condividano questa impostazione. Ora si tratta di attuarla. Vogliamo lavorare alla legge sul reddito di dignità per l’inclusione attiva, è possibile farlo velocemente?
Anche perché qui stiamo parlando di contrasto alla povertà, di una misura che riguarda tutti, e che consenta a coloro che sono scesi sotto la soglia di povertà di riguadagnare quel minimo che garantisca loro un’esistenza coerente con la Costituzione sulla quale ho appena giurato. Noi dobbiamo lavorare con una grande visione del futuro, portando ogni giorno “una pietra alla parete”, come dicevano i nostri padri. Sarebbe un errore catastrofico immaginare il reddito di dignità come una misura assistenzialistica. All’aiuto deve corrispondere un coinvolgimento attivo e operoso delle famiglie interessate. Dobbiamo connettere la formazione professionale al rapporto beneficio-investimento. Noi cercheremo di controllare tutto e di misurare le nostre azioni. Per esempio, gli ottanta milioni spesi per l’alta formazione giovanile dobbiamo trovare la maniera di renderli ancora più efficienti sul piano del ritorno del risultato. Non è facile, ma possiamo farcela con l’aiuto del Consiglio, che, nel momento in cui viene investito della responsabilità di gestire queste politiche, può fare la differenza. Siamo in grado di governare la Puglia da quest’Aula e di accettare questa sfida dell’Esecutivo? Siamo in grado di controllare? Siamo in grado di controllare l’andamento delle vertenze di lavoro, o il modo in cui investiremo in infrastrutture? Siamo in grado soprattutto di gestire da qui, con una legge sulla bellezza che tuteli il nostro territorio e che lo sorvegli, di gestire il PSR? C’è un sacco di gente nella pubblica amministrazione, e quindi anche in questa Regione, che vuole lavorare, vuole trovare la maniera di rendersi utile e di venir fuori dall’anonimato tipico della burocrazia.
Vorrei trasformare i buoni princìpi in condotte quotidiane. Cercherò di chiudere il ciclo dei rifiuti. Ci possiamo riuscire? Per farlo ho bisogno del vostro aiuto. In campagna elettorale non abbiamo accettato finanziamenti da nessuna azienda che si occupa del ciclo dei rifiuti. Non per criminalizzarle, sia chiaro, ma per escludere che interessi privati si inserissero persino durante la campagna elettorale. E lo abbiamo fatto. Andrò dritto su tutti i punti di questo programma, che non significa averla sempre vinta, non significa il dominio dell’Esecutivo sul Legislativo. Significa che se le cose non quadreranno sul programma, tertium non datur: o noi questo programma lo realizziamo o io, che ne sono il garante e il responsabile, dovrò trarne le conseguenze. Ma noi ci dobbiamo riuscire. E non per lo stipendio di consigliere che è considerevole, ma perché non dobbiamo essere un’Assemblea che difende le sue prerogative. Il vostro compito è un altro, difendere gli interessi della Puglia. Dovremo difendere le prerogative della funzione legislativa delle regioni, se ci crediamo, esercitandole in modo compiuto e dando loro un significato.
La sanità è una delle mie angosce principali. Ho passato questi primi giorni, oltre che a combattere con una serie di vertenze urgenti, con la Xylella e con l’Ilva, a cercare di capire come rimettere ordine nella sanità pugliese. Al di là degli schieramenti politici, avete voglia di partecipare ad una grande discussione per esempio sull’introduzione di un luogo collettivo, strategico della sanità pugliese? Vorremmo realizzare un Consiglio superiore della sanità pugliese. A settembre dobbiamo riorganizzare tutto, perché scadono tutte le cariche.
Penso che senza una misurazione della performances sia impossibile testare l’efficienza del modello che adotteremo. Vorrei che mi deste dei pareri, possibilmente anche scritti, in modo che io possa riscontrarli a tempo debito, non nei corridoi. Cercate di rispondere ai cittadini, per telefono, attraverso i social network, di persona, è importante creare questa connessione e avere la capacità di essere innestati nella realtà. Infine vorrei parlare dei diritti di cittadinanza, soprattutto della necessità di una legge contro l’omofobia e la transfobia. Così come dobbiamo lavorare anche sul fronte dell’accoglienza, dei migranti. Se questo Consiglio regionale riuscirà sulle grandi questioni a uscire dal gioco delle parti potrà cambiare le cose. È possibile immaginare che qui dentro non si parli solo di formule politiche, non si parli solo di governi, di partiti? Tutte cose sacrosante e importanti, ma è possibile che quest’Aula sia travolta dalla vita e dia una risposta prima alla vita delle persone e poi a tutto il resto?
Io spero di si. In fondo la politica gestisce in modo organizzato la brevità della vita. Penso che questa connessione tra la nostra attività e la vita delle persone debba essere poi in realtà l’headline di questo programma: una lunga vita felice che vale la pena di vivere fino in fondo. Questo è il mio programma ed è su queste linee che io vi chiedo di discutere e di dirmi che cosa ne pensate.