Le “Esperidi” del Museo Jatta a Vicenza
Il cratere apulo del pittore Licurgo, della metà del IV secolo a.C, conservato nella terza stanza del Museo Archeologico Nazionale Jatta, sarà uno dei tesori esposti, dal 6 aprile al 14 luglio 2019, alla mostra “Mito, Dei ed Eroi” nelle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, a Vicenza, in occasione del ventennale della istituzione di una delle Gallerie d’Italia, il polo museale di Intesa Sanpaolo. In questi giorni sono in corso i lavori di cura e protezione del reperto prima della sua partenza.
Sul cratere, a figure rosse, da un lato è raffigurato il giardino delle Esperidi dove le tre ninfe e il drago Ladone custodiscono i pomi d’oro donati da Gea a Era in occasione delle nozze con Zeus; dall’altro lato è rappresentato il sacrificio di un toro in onore del dio Apollo. Scene dionisiache e la settima fatica di Eracle (cattura del toro di Creta) sono dipinte sul collo del cratere.
L’esposizione, suddivisa in otto sezioni tematiche, intende esaltare il mito e la mitologia «a partire dalla Grecia, dalla Magna Grecia e da Roma sino all’approdo esemplare tra il Classicismo seicentesco e le diverse stagioni, tra Sette e Ottocento, del Neoclassicismo». Al contempo crea corrispondenze tra i soggetti mitologici che adornano Palazzo Leoni Montanari e quelli raffigurati sulle opere in esposizione. Il catalogo di “Miti, Dei ed Eroi”, edito da Skira edizioni, contiene saggi dei curatori Fernando Mazzocca, Federica Giacobello e Agata Keran.
La mostra, patrocinata dal Comune di Vicenza, è organizzata in partnership con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria che concedono in prestito reperti provenienti da Pompei e da siti della Magna Grecia; un «prestito eccezionale» proviene anche dall’Hermitage di San Pietroburgo.
Non è la prima volta che a Palazzo Leoni Montanari sono esposte le preziose testimonianze della storia di Ruvo di Puglia: sino al 7 gennaio 2018, la Galleria è stata sede della mostra “Le ambre della principessa. Storie e archeologia dall’antica terra di Puglia”, in cui fu esposto il corredo funerario di una donna peuceta di nobile rango, rinvenuto nei fondi dei Caputi, antico casato ruvese la cui collezione è confluita in quella di Intesa Sanpaolo.
(Foto © Museo Archeologico Nazionale Jatta)